Californication - di Tom Kapinos - Stagione 4 (12 episodi; Showtime) - 2011
Riflettevo sul perché mi piaccia così tanto Californication. Nelle prime stagioni, pensavo fosse perché Hank Moody fa sesso con una facilità impressionante con chiunque, e si ritrova in situazioni inimmaginabili, uscendone sempre con un sorriso e con una buona battuta. E fa sciogliere le donne, tutte irrimediabilmente desiderabili, in un range di età che va dai 16 (purtroppo per lui) ai 40.
E invece, forse non è questo. Almeno, non solo.
Californication sicuramente fa presa su un vasto pubblico perché è divertente, i protagonisti sono tutti (o quasi) sexy, e le donne hanno delle scarpe meravigliose. Ma su di me, come sono sicuro su una buona fetta di pubblico tendenzialmente rock, tra i 30 e i 50 anni, oltre che per queste cose appena citate, piace per i riferimenti continui alla musica che ha segnato la nostra vita, così come quella di Hank stesso, come dice, ricordando con nostalgia i primi anni '90 (ma i riferimenti non sono solo a quegli anni; ad ogni modo, vi basti già leggervi alcuni titoli degli episodi di questa stagione: Exile on Main St., Home Sweet Home, Lights. Camera. Asshole., Another Perfect Day, And Justice For All).
Vorrei non fare troppi spoiler, ma, per dire, osservate bene chi e che cosa canta quell'individuo al piano, al termine dell'episodio 8, nella hall del Chateau Marmont, l'hotel delle star, dove Hank alloggia, e dove sta per l'ennesima volta annegando i suoi rimorsi nell'alcol. Oppure, ascoltate bene i pezzi che suonano le Queens of Dogtown, la band che arruola Becca come chitarrista solista [la cantante, Pearl, è niente meno che Zoe Kravitz, si, proprio la figlia di; e la cosa spassosa è che quando Hank chiede del padre di lei (nella finzione), come fa spesso paragonando qualcuno a qualche personaggio che lui evidentemente non ama particolarmente, lo chiama prima Lenny Kravitz, poi Ben Harper], prima quando provano, poi quando aprono per i Black Label Society (e badate bene, che quell'energumeno che fa il commesso nel negozio di chitarre nei primi episodi è proprio Zakk Wylde), ed infine quando fanno un set acustico.
E che dire del titolo del film horror che sta girando Sasha Bingham, la giovane star che dovrebbe interpretare il film tratto dal libro Fucking & Punching, finalmente "ridato" al vero autore Hank Moody, film (l'horror) per cui Sasha fa assumere Hank come revisore dei suoi dialoghi, dato che è al verde (s'intitola Slowly We Rot 2, e vi avverto, questa è difficile e "di nicchia", ma non dimenticatevi che i primi romanzi di Hank si intitolano come i dischi degli Slayer). Questo per dire, e mi fermo qui perché sto divagando. Senza contare i meno frequenti, ma presenti, riferimenti letterari e cinematografici.
Ovviamente, non c'è solo questo. Il filo conduttore della quarta stagione è il processo ad Hank Moody per aver fatto sesso con una minorenne (Mia, la figlia del promesso sposo di Karen, la ex compagna nonché love of his life, altra sottotrama onnipresente), mentre contemporaneamente cerca di farsi perdonare da Karen e Becca, la prima scioccata dal fatto, la seconda dispiaciuta per la spirale verso il basso in cui è caduto il padre, la separazione tra Charlie (l'agente di Hank) e Marcy, Charlie che cerca di portare avanti il progetto di un film tratto da Fucking & Punching, libro finalmente "restitutito" al legittimo proprietario (Hank), storia che diventa un po' la biografia di Hank.
Da queste semplici linee, nascono tutte le peripezie dei protagonisti, ed entrano altri nuovi personaggi, che generano momenti di puro delirio: l'episodio 4, Monkey Business, è uno dei più scoppiettanti di tutte e quattro le stagioni, tanto per dirne una.
La serie vale ancora la pena di essere vista, dunque. Tiene botta e lascia voglia di averne subito un'altra dose. Fortunatamente, la stagione 5 è già in cantiere, e ci sono già alcune anticipazioni.
Recitazioni sempre costantemente valide, tra le new entry mi preme segnalare quella di Carla Gugino nei panni di Abby Rhodes, l'avvocato di Hank, splendida nei suoi eleganti tailleur (e sempre con delle bellissime scarpe, come già detto e come tutte le altre protagoniste femminili adulte), e un fantastico Rob Lowe, nella parte di Eddie Nero, l'attore che dovrebbe interpretare Hank in Fucking & Punching, che, se messo a confronto con la sua interpretazione del senatore Robert McCallister nella serie Brothers & Sisters, è la dimostrazione palese di quanta differenza c'è tra gli attori statunitensi (anche non di altissimo livello, senza nulla togliere a Lowe) e una buona parte di attori di altre provenienze, attori che si pensano tali, ma non lo sono.
8 commenti:
L'ho iniziata un paio di giorni fa, ieri sera sono arrivato alla sesta. Finora il numero uno della season è Runkle. Al secondo posto le tette di Sasha Bingham. Mamma mia.
Runkle che punta alla tripla cifra è over the top. Ma non ti rovino la sorpresa, visto che sei alla 6, ci saranno risvolti spassosi partendo dal mitico Runkle.
E cosa dire delle tette della nanerottola Sasha Bingham?????????
L'individuo al piano non è Tommy Lee???
Certamente! Sulle tette vedo che non sono passate inosservate...
e vedi te...
è che siete convenzionali....a me piacciono le scarpe...
questione di priorità
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