Fallen - Burzum (2011)
Pensavo di parlare male del nuovo disco di Varg Vikernes in arte Burzum, ma mi sono fermato un momento a riflettere se, per caso, questa cosa non fosse una cosa poco intelligente, visto il personaggio (roghi di chiese, assassinio, furto con minacce, possesso d'armi, evasione, paranoia e manie di persecuzione, simpatie naziste, almeno, da quanto risulta).
Scherzi a parte, personaggio seminale del black metal, con una storia tormentata (vedi sopra), senza dubbio però musicista appassionato (a parte fare tutto - Burzum è una one man band - ha continuato a comporre anche in prigione, e siccome non gli è stato permesso di usare gli strumenti "classici", ha inciso due dischi ambient facendo tutto col sintetizzatore), lo stile Burzum è innanzitutto, fuori dal tempo, oggi, chitarre con distorsioni antichissime, seppur taglienti come lame, e struttura dei pezzi iper-ripetitiva, che, se i benevolenti sottolineano essere "ipnotica", in verità può risultare piuttosto pallosa.
Alternanza tra growling a volte davvero invasato, e clean vocals vagamente inquietanti, batteria minimale ma efficace, che contribuisce però a dare un senso quasi amatoriale al suono e all'intera struttura, il disco non è propriamente da buttare, ma sono certo che sia destinato ad un pubblico ristretto.
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