Moment Bends - Architecture In Helsinki (2011)
Mi ricordo che ai tempi del loro primo Fingers Crossed (2003) o del secondo In Case We Die (2005), ma forse di entrambe, continuavo a sostenere che fossero inascoltabili, mentre alcuni sostenevano fossero una band fantastica, una delle cose più sensazionali uscite negli ultimi tempi.
Sarà la vecchiaia, ma adesso, al loro quarto lavoro, li trovo semplicemente inutili.
Un disco infarcito di vocette soffici come plumcake, a volte filtrate, sintetizzatori a lungo andare asfissianti, arrangiamenti elettronici troppo eighties, che fanno rimpiangere perfino i The Ark.
Il problema è che adesso, di band che fanno roba come questa, ce ne sono fin troppe, secondo me.
Comunque, presi a piccolissime dosi, possono anche non irritare troppo. La conclusiva B4 3D, è forse il miglior pezzo del disco, e se fosse arrangiato in stile Motown, anziché da semplice dance love song, spaccherebbe.
1 commento:
Ascoltato Sabato, non è il mio genere.
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