No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090329

salò


Salò o le 120 giornate di Sodoma – di Pier Paolo Pasolini 1975


Giudizio sintetico: capolavoro


Scimmiottando le 120 giornate di Sodoma di De Sade, quattro importanti fascisti si autorecludono in una villa con una serie di ragazzi e ragazze e, eccitandosi ai racconti di quattro attempate maitresse, ne dispongono in tutte le maniere; tutto ciò situato cronologicamente durante la repubblica di Salò.


Estremo, a tratti insopportabile, l’ultimo Pasolini pare quasi tralasciare la denuncia politica del fascismo a beneficio di un profondo e tremendo viaggio agli inferi, nelle perversioni del genere umano.


Un film dirompente e geniale, avanti di almeno due generazioni.

7 commenti:

Filo ha detto...

Io lo trovai insopportabile.
Tanto che non ne finii la visione.
Ma forZe ero troppo giovane.

monty ha detto...

Non ho mai avuto, e mai credo l'avrò,
il coraggio di vederlo.

lafolle ha detto...

visto in sottofondo ad un concerto dei fantomas al rolling stones..
cioè lo hanno fatto vedere tutto nello schermo dietro il palco durante il concerto...

jumbolo ha detto...

vedi che le recensioni servono a qualcosa.

jumbolo ha detto...

e non è ancora niente. su suggerimento dell'amico eyal, ogni tanto mi cimenterò con i classici del passato.

Anellidifumo ha detto...

Ci ho vomitato su due volte su tre. In senso letterale. Non si può dire che non coinvolga.

Anonimo ha detto...

bè ci sarebbero un po' di riflessione da fare,a parte il disgusto che certe visioni possono provocare.
lo vidi intorno ai 20 anni, poi lo rividi inotno ai 25 ed è stato importante per determinte riflessioni circa il potere come attitudine, come vizio.

mi spiego: negli anni mi sono ritrovato a leggere, a domandarmi circa l'associazione SESSO_POTERE e questo film è stato l'assoluta dimostrazione che i due ambiti sono collegati in maniera preoccupante, oggi come ieri, non c'è bisogno di regimi.

anche il nostro Sorrentino si scopa ogni attrice (tranne la Chiatti) e pure le giornaliste perchè parlino bene di lui, figuriamoci chi ha il POTERE DAVVERO.

arrivo al dunque, alla domanda che mi faccio da sempre:

chi vuole potere per attitudine ha in se il seme del vizio anche sessuale? nel senso che sono due poteri affini e quindi uno li ha entrambi come fossero parte di un pacchetto unico?

oppure

è il potere che genera questo vizio?

cioè io ho ho potere e DEVO usarlo, il sesso è quindi il viatico più gustoso.

quale delle due?
una esclude l'altra? forse no.

Salò non è un film sulla merda, è un film sul potere.
e io ancora ho sta domanda irrisolta.

Mau