No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100502

Taking Woodstock


Motel Woodstock - di Ang Lee 2009

Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: a cos'è servito?

1969, Stati Uniti. Elliot Teichberg è un giovane aspirante pittore, figlio di due ebrei reduci dai campi di concentramento, che si divide tra il Greenwich Village e la sfavillante Grande Mela, e il motel gestito dai genitori a White Lake, nella cittadina di Bethel, stato di New York. A causa della sua gentilezza, non riesce, come invece la sorella, a staccarsi dai genitori, e soffre vedendo il padre Jake perennemente succube del carattere scorbutico, taccagno e scontroso della madre Sonia. Forse a causa di quest'ultima, forse a causa della loro età, il motel non naviga in buone acque, ed Elliot è costretto ad implorare per un po' di tempo in più la banca, in modo da poter saldare i debiti, e al tempo stesso, in qualità di presidente della locale Camera di Commercio, ad inventarsi qualcosa per risollevare le sorti turistiche dell'intera zona.
Messo davvero alle strette, Elliot avrà un'intuizione che cambierà non solo la sua vita, ma quella di molti altri, vicini e non. Accorgendosi per caso che la vicina Woodstock ha rifiutato di ospitare un festival rock pacifista, che un gruppo di organizzatori vuole organizzare prevedendo l'afflusso di centomila persone, chiama l'organizzazione e propone il suo terreno come sede dell'evento, e il motel di famiglia come base logistica per l'organizzazione stessa. Gli organizzatori hanno molti soldi a disposizione, e si precipitano a White Lake per un immediato sopralluogo, ma il terreno è acquitrinoso e lo reputano inadatto. Ecco allora che un altro ebreo, il vicino Max Yasgur, proprietario di un terreno da pascolo ancor più grande e immediatamente nelle vicinanze, fiuta l'affare e si offre prontamente di affittarlo all'organizzazione. L'affare va in porto, e la macchina organizzativa, che ormai è in ritardo, essendo già partita la vendita dei biglietti, si mette in moto immediatamente ed efficacemente, inondando, già da prima dell'evento, di personaggi più o meno strani, White Lake e i suoi dintorni.
Non saranno solo rose e fiori (o tre giorni di musica, pace e amore) per Elliot, ma l'evento come detto influirà parecchio sulla sua vita e su quella di molte altre persone. Senza contare che, ancora nessuno di loro, forse, si rendeva conto di star scrivendo la storia.

Qualche critico ha fatto intelligentemente notare che i personaggi che cambiano di più alla fine di questa storia, sono i più anziani, e non i giovani. Partirei da questo fatto per elaborare l'ennesimo film di Ang Lee, un regista che di certo non si lascia intrappolare dentro i generi (solo per citare qualche titolo: I segreti di Brokeback Mountain, Il banchetto di nozze, La tigre e il dragone, Ragione e sentimento, Hulk, Lussuria - Seduzione e tradimento): chi ci dice che non sia proprio questo il "problema" che il regista vuole sollevare con questa, in fin dei conti, leggera commedia che omaggia un evento epocale assumendo il punto di vista di uno di quelli che rimase "dietro le quinte", romanzando un racconto già di per sé, sicuramente già romanzato. Si, perchè se ci pensate bene, coloro che, mentre gli Stati Uniti mandavano per la prima volta l'uomo sulla Luna e al tempo stesso combattevano il Comunismo in Vietnam, al contrario partecipavano alla tre giorni di Peace & Love che avrebbe stabilito un termine di paragone (prima e dopo Woodstock), se avevano intorno ai 20/30 anni, adesso sono intorno ai 60/70, e, nonostante gli USA abbiano un Presidente molto giovane, di sicuro in politica e ai posti di comando di svariate multinazionali ci sono loro, e non sembra che, se quella era una filosofia di vita, ne abbiano tratto un qualsivoglia insegnamento.
Potrei pure chiuderla qui, e invece non lo farò, perchè alla fine, stiamo parlando anche di cinema. E quindi vi dirò che Motel Woodstock (Taking Woodstock nell'originale) è un film delizioso da vedere, che prende ampio spunto da Taking Woodstock: A True Story of a Riot, a Concert and a Life, libro pubblicato nel 2007, scritto da Elliot Tiber (nato Elliot Teichberg, come recita la sua bio su Wikipedia inglese) con Tom Monte, che appunto usa il festival come pretesto narrativo per raccontare uno spaccato di quello che c'era intorno in quegli anni, usando la "liberazione" di Elliot come obiettivo ultimo, ma dando ampio risalto a tutta una serie di "effetti collaterali" su una serie sterminata di persone. E' chiaro che pretendere che Lee approfondisse le psicologie di tutti i personaggi sarebbe stato troppo, quindi direi che ci possiamo decisamente accontentare di sorridere con gioia, e anche con un po' di commozione, guardando questo lavoro che, se proprio vogliamo per forza criticare, qualche volta si fa prendere la mano scopiazzando filmati d'epoca e documentari famosi sullo stesso festival, e qualche volta abusando dello split-screen, lasciandosi andare a visioni lisergiche in altri punti, ma alla fine, con tocco lieve e una splendida e luminosissima fotografia, non facendoci mai vedere il palco o qualcuno dei grandissimi artisti che lì sopra scrissero, come detto, la storia, ci racconta deliziosamente un fatto di rilevanza mondiale descrivendo come accadde, raccontandone i paradossi e, come detto, le conseguenze, che magari possono pure essere state positive non solo per creare una coscienza pacifista ed altruista.
Nella lunga lista dei caratteri, dove più o meno tutti gli attori mi sono sembrati ben scelti e ben diretti, sovrasta tutti un monumentale Liev Schreiber nei panni del travestito/agente di sicurezza Vilma (nella versione originale vi accorgerete che questo attore ha una voce straordinaria, tra l'altro). Menzioni di merito ovviamente per Imelda Staunton (Sonia Teichberg) e un sorprendente Eugene Levy (Max Yasgur), che fino ad oggi avevamo visto solo nei panni del padre di Jim nella "saga" di American Pie.
Pensate: la colonna sonora non è neppure invadente. Gran tocco, film gradevolissimo.

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