No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090307

chi se ne frega


Appunto per la rubrica chissenefrega, ieri abbiamo per così dire "aperto l'armadio dei ricordi" con Keith Emerson e tutto il resto, tanto che questa mattina quando mio padre è venuto a trovarmi per farmi la seconda puntura insieme a mio nipote (l'arrivo è stato annunciato da una specie di rullo di tamburi: prima di salire, mio padre ha aperto il garage, e ovviamente Alessio si è messo a suonare il "pezzo" di batteria che ormai ho a lui destinato in garage. Bacchette, charleston, rullante e timpano, e lui che suona in piedi. Anche ascoltandolo da casa - fa un bel po' di rumore, sono due piani ma si sente - devo dire che fa un bell'effetto...mi pare proprio che se la cavi bene con quei brevissimi rudimenti di tecnica che gli ho dato), ci siamo messi a guardare il video di Salt Cay postato ieri da Dria nei commenti. Ho chiesto a mio padre se si ricordava di quella sigla, e lui ha risposto positivamente. Siamo finiti a ricordare (lui soprattutto) la diretta Rai con Tito Stagno in studio e Piero Angela negli USA, 1969, dello sbarco sulla Luna. Ovviamente, così come per i Mondiali di calcio del 1970, i miei ricordi sembrano nitidi ma non possono esserlo, essendo io nato nel 1966. Sono resi nitidi dal fatto che quelle trasmissioni furono replicate miliardi di volte. Però davanti al televisore c'ero anche all'epoca (1969, 1970).


Detto questo. Sempre a proposito di Keith Emerson. Questo video degli EL&P mi faceva impazzire. Mi ricordo che per anni ho sognato di suonare in uno stadio vuoto col cappello di lana in testa e con il respiro vaporizzato che mi usciva ad ogni aprir di bocca dal freddo, percuotendo un kit di batteria da urlo. Guardate qua. Fanfare For The Common Man, un pezzo che già dal titolo sa di buono. Naturalmente, ho scoperto che non è un pezzo loro, bensì di Aaron Copland, aiutandomi con Wikipedia (come faremmo senza). Leggete la breve scheda riferita al pezzo perchè ci sono delle chicche che definire gustose è poco. L'asciugacapelli che riscalda il Moog è tanta roba. Tra l'altro, finalmente ho capito perchè è girato in quelle condizioni: lo spiega il commissionamento del pezzo.


Ma andiamo avanti, perchè non è tutto. L'armadio dei ricordi si apre volentieri quando, in alcuni momenti di lieve depressione, come quello che sto passando per i problemi fisici, ci si sente improvvisamente anziani (e l'esordio di mio padre di ieri sera, prima della iniziale puntura, non è stato certo d'aiuto...."vedi...se eri sposato ora ti sentivi meno solo e abbandonato...").

E allora la mente corre a momenti belli e importanti. Shakerando tutto questo viene fuori ancora una volta il programma radio che conducevo e, come vi ho già raccontato più volte, pur andando in onda su una radio locale e quindi non avendo una grandissima diffusione, mi ha dato grandi soddisfazioni. Si trattava di un programma che partiva da una base metal, ma tentava di allargare gli orizzonti, cosa che era quello che mi stava accadendo in quegli anni. Si parla di fine anni '80, inizio anni '90. Diciamo 20 anni fa.

Il programma lo intitolai Madhouse, perchè era una cosa "matta" e perchè il pezzo omonimo degli Anthrax spaccava. Il video all'epoca era molto bello, a rivederlo ora fa tenerezza. Il riff era micidiale. Ma andiamo per ordine. La sigla era così concepita (la ideai io, e lo stesso la montai, non senza difficoltà).


Si partiva con l'inizio di (appunto) Fanfare For The Common Man versione EL&P. Quelle tastiere che suonano come fiati, trombe per essere precisi, erano secondo me appropriate per dare maestosità e per far capire che tutta la musica era importante e considerata. Forse un po' pomposo, ma era quello che volevo.

Se ricordo bene, ma non ne sono sicuro, la mia voce, ritoccata con tutti i toni bassi del mixer a manetta, scandiva poi il titolo del programma: MADHOUSE!

Dopo di questo, partiva il riff iniziale di Metal Daze dei Manowar. Perfetto per continuare una linea forte e quasi sinfonica, ma dettando la linea verso le chitarre distorte e, ovviamente, il rock più duro.

Dopo il primo intro cantato, sempre la mia voce presentava il programma con una frase o due, che adesso non ricordo. Poteva essere qualcosa tipo "due ore di rock ad alto potenziale di durezza" o qualche altra stronzata del genere, ma davvero non riesco a ricordare.

Fatto questo, partiva Madhouse degli Anthrax, a partire dalla risata da matto, saltando la voce dell'infermiera che diceva "It's time for your medication, Mister Brown". Poi, andava fino alla fine, ed essendo un pezzo di oltre quattro minuti serviva tranquillamente ad introdurre la trasmissione, a fare i saluti di rito, a raccontare qualcosa e a passare al pezzo che apriva. Tenete conto che a quei tempi non c'erano le attrezzature sofisticate come esistono oggi (sono arrivate dopo qualche anno, ma costavano, all'epoca, molto), una su tutte il countdown che ti permette di far partire un pezzo e che scandisce i secondi che mancano all'inizio del cantato, facendo si che lo speaker potesse continuare a presentare il pezzo e staccare esattamente prima che iniziasse, appunto, il cantato. Ma soprattutto, a quell'epoca gli speaker parlavano su quella che si chiamava "la base" e non sul vuoto come spesso accade oggi. Per cui, Madhouse faceva da base per l'introduzione del programma.


Come vi ho detto, era per la serie chissenefrega, ma mi andava di raccontarvi quella genesi che per me fu quantomeno interessante. Chiudo allegandovi una foto di James Hetfield sempre dell'epoca, dove il cantante/chitarrista dei Metallica indossava una t-shirt che io prontamente replicai artigianalmente (e che indossavo anche con una certa fierezza), foto che avevo fotocopiato aggiungendovi un fumetto che usciva dalla bocca di Hetfield con le coordinate del programma, la frequenza della radio e l'orario della trasmissione, i generi musicali trattati. Volantini che andavo distribuendo in giro.


Che tempi.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Però, che bei ricordi. Eddài, non ci credo che non hai conservato almeno uno di quei volantini, da scannerizzare e postare per farcelo vedere!

jumbolo ha detto...

non credo di averne più davvero

Matteo ha detto...

e registrazioni della trasmissione ne hai?

Anonimo ha detto...

Io il volantino ce l'ho!!! ah! ah! ah!
Mog-ur.

Anonimo ha detto...

It's time for your medication, Mr. Brown... oddio.... : D
Mau

jumbolo ha detto...

mi sa che le registrazioni le ho buttate tutte, ogni tanto bisogna fare pulizia, e poi è più comodo così posso ricamarci sopra e dire che avevo una voce calda e sexy.
Bene, Mog-ur ci scannerizzerà la locandina e la invierà gentilmente a jumbolo@gmail.com così la vedrete tutti quanti

Mau: :))

Anonimo ha detto...

Alla decima lattina di birra sembravi Lou Reed in una caverna.

jumbolo ha detto...

beh è un complimento. grazie!