Senza neppure aver visto il film (sinceramente, non credo lo farò), quello che vi posso dire è che avrei voluto scrivere questa recensione. Sono scoppiato a ridere almeno 2 volte leggendola (forse 3, in neretto i passaggi salienti). Tradotta da Internazionale, eccola a voi.
I love shopping - di P.J. Hogan
Con Isla Fisher, Hugh Dancy, Joan Cusack, John Goodman.
Stati Uniti 2009, 100'
Ero un fan di Isla Fisher, ma mi è passata dopo aver visto I love shopping, un Diavolo veste Prada per clienti di grandi magazzini. Fisher interpreta Rebecca, una giornalista maniaca dello shopping, che per pagare i conti della carta di credito è costretta a cercarsi un lavoro più remunerativo. Lo trova in una rivista finanziaria, Succesful Savings, il cui direttore (Hugh Dancy: definirlo il nuovo Hugh Grant è come considerare Shia LaBeouf il successore di Marlon Brando) è affamato di scoop e di taglienti inchieste giornalistiche. Rebecca, assolutamente ignorante di questioni economiche, diventa una star, un fatto incoraggiante (o magari profondamente offensivo) per gli aspiranti giornalisti finanziari. Fisher è adorabile, ma il suo talento sembra sprecato. P.J. Hogan, che da tempo non dirigeva un film di successo, sembra cercare disperatamente il consenso del pubblico, dilapidando punti di quoziente intellettivo. Una mossa forse molto saggia. A un certo punto uno degli anziani della rivista spiega a un collega che il segreto del successo sono i “ricavi pubblicitari”. Un po' come dire al capitano di una squadra che per vincere bisogna fare più punti degli avversari. Visti i tempi di crisi, ora siamo pronti per il sequel: I love shopping 2. Il segretario del tesoro.
Kyle Smith, The New York Post
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