Abrahadabra - Dimmu Borgir (2010)
Confesso che mi sono avvicinato alla band norvegese solo dopo aver visitato Dimmuborgir in Islanda. Attivi dal 1993, ne conoscevo il nome, ma li avevo ascoltati solo distrattamente. Questo è il loro nono disco full-length, e il genere è black metal sinfonico. Nonostante non sia tra i miei preferiti, il disco mi pare un buon esempio (del genere, appunto), e non mi dispiace affatto.
E' vero che è pieno di clichés, prevedibile come del resto l'intero genere, ma suona sontuoso, grazie all'apporto della Kringkastingsorkestret, la Radio Orchestra Norvegese, e la Schola Cantorum norvegese, e spesso anche molto inquietante. In effetti, le parti più interessanti sono quelle dove i classici stilemi del black metal si intrecciano con questi due ensemble, che in fondo non sono così distanti dalla musica dei Dimmu Borgir.
Buoni anche i pezzi dove i vari tipi di cantato si alternano, dove quindi la voce principale di Shagrath si divide il microfono con quella dell'esperto Snowy Shaw (anche con King Diamond e i Mercyful Fate nel passato), vale a dire su Chess With The Abyss, Ritualist e Renewal, Snowy che suona anche tutte le parti di basso e che canta interamente la bonus track, oppure con Agnete Maria Kjolsrud degli Animal Alpha, quindi sulla versione "regolare" di Gateways, ma pure su Endings And Continuations, dove però lo special guest è nientemeno che Garm degli Ulver, e dove nel finale fa addirittura capolino una slide guitar (a cura di un altro ospite, Ricky Black dei Chrome Division; altro ospite alle chitarre in due pezzi, Andy Sneap dei Sabbat).
La bonus track di cui vi parlavo prima (in alcune edizioni, ne esistono molte con altri pezzi, in quella in mio possesso c'è pure la versione solo orchestrale di Gateways), è una piacevole sopresa. Una cover, piuttosto fedele, di Perfect Strangers dei Deep Purple, una delle poche perle del Purple-repertorio post 1980.
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