No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101117

stanno tutti bene


Stanno tutti bene - Everybody's Fine - di Kirk Jones (2010)


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Giudizio vernacolare: anche vesto mi par d'avello già visto


Suburbia ordinata statunitense. Frank Goode ha ricoperto per una vita i cavi telefonici di pvc (quindi avrà vita breve), adesso è in pensione e, come (purtroppo) spesso succede, è rimasto vedovo da pochi mesi. Non ha ancora cancellato la segreteria telefonica dove è la voce dell'amata moglie Jean che risponde. I quattro figli vivono lontano, sparsi nell'immensa distesa degli Stati Uniti d'America. Vorrebbe vederli, invitandoli da lui, visto che è anziano e un po' malandato, e decide per un barbecue, ma uno alla volta, come in uno stillicidio, i ragazzi e le ragazze disdicono, chi con una scusa, chi con un'altra. Frank è deciso a riannodare il legame, che sente gli è sempre sfuggito: era Jean infatti che parlava con i figli, che conosceva le loro storie, le loro insicurezze, i loro segreti. Nonostante il suo medico si opponga, Frank parte per un on the road attraverso gli States, tra treni e autobus, per andare lui da loro. Staranno tutti bene?


Remake hollywoodiano di Stanno tutti bene di Tornatore, fatto da un regista inglese che si è fatto le ossa con i commercial, dopo di che con un film divertente e apprezzabile quale Svegliati Ned, e uno da bambini come Tata Matilda. C'è da dire che dopo queste premesse, considerando che il film di Tornatore era si, anche divertente, ma pure e soprattutto molto malinconico (e pieno di riferimenti precisi ai cambiamenti, ai vizi e debolezze degli italiani), c'era da attendersi un disastro. Invece il film è tutto sommato innocuo, ma non rivoltante.

Innocuo e pure piuttosto prevedibile. No, sarebbe troppo facile dire che è prevedibile perchè la storia ricalca abbastanza fedelmente l'originale, ma è prevedibile perfino nelle sue variazioni. Quando Frank arriva da Rosie a Las Vegas, e vediamo apparire Katherine Moennig nei panni di Jilly, cioè la Shane di L World, con un bambino in braccio, cosa pensate? Ecco, esatto, proprio quello.

E' anche abbastanza fastidioso vedere un tale spreco di talento. Sto parlando ovviamente solo di Sam Rockwell, nei panni di Robert, perchè De Niro ormai è abbonato a ruoli piuttosto insulsi, mentre Drew Barrymore e Kate Beckinsale sono tutto fuorchè grandi attrici.

Alla fine ci si commuove pure, sia chiaro. Anche perchè tra poco è Natale.

1 commento:

Cineserialteam ha detto...

Io l'ho trovato discreto.

CST