La febbre – di Alessandro D’Alatri 2005
Giudizio sintetico: si può perdere (1,5/5)
Giudizio vernacolare: fa abbastanza ca'à
Mario Bettini è di Cremona, geometra, studente fuori corso di architettura, lavoricchia al nero per uno studio di progettazione, non ha molto successo con le donne, e con gli amici progetta di aprire un locale. Vive con la madre, il padre è morto alcuni anni prima, conduce un esistenza tutto sommato tranquilla, si gode la vita come può, ed è ottimista senza un perchè.
All’improvviso viene assunto come geometra in Comune, a distanza di quattro anni dal concorso.
Il lavoro gli piace, finchè non diventa antipatico a una persona importante, che gli metterà i bastoni tra le ruote. Nel frattempo Mario si innamora di una ragazza bellissima, laureanda in letteratura, che per mantenersi fa la cubista; per la laurea però, dovrà andare per circa un anno negli Stati Uniti. Quindi, dopo un periodo nel quale le cose vanno tutte bene, cominciano ad andare tutte male.
All’improvviso viene assunto come geometra in Comune, a distanza di quattro anni dal concorso.
Il lavoro gli piace, finchè non diventa antipatico a una persona importante, che gli metterà i bastoni tra le ruote. Nel frattempo Mario si innamora di una ragazza bellissima, laureanda in letteratura, che per mantenersi fa la cubista; per la laurea però, dovrà andare per circa un anno negli Stati Uniti. Quindi, dopo un periodo nel quale le cose vanno tutte bene, cominciano ad andare tutte male.
D’Alatri, autore anche di buoni film, è piuttosto ambizioso, ma stavolta, un po’ come per il precedente Casomai, gli manca la zampata vincente, e speriamo non dipenda dall'ex simpatico Fabio Volo, protagonista assoluto anche questa volta. Anzi, oserei dire che stavolta va peggio.
Il film sembra una classica commedia all’italiana alla Sordi, senza Sordi ovviamente, e sinceramente nel 2005 ci saremmo aspettati qualcosa di diverso, per non dire di più. Il film, anche se cerca strade diverse con molti inserti onirici, risulta zeppo di stereotipi, seppur abbastanza divertenti, e non convince quando tenta di farci la morale o di indicarci la strada da percorrere per rimanere orgogliosi di essere italiani. Anche perchè perde troppo tempo per farci vedere la grande storia d’amore.
Occasione persa.
Il film sembra una classica commedia all’italiana alla Sordi, senza Sordi ovviamente, e sinceramente nel 2005 ci saremmo aspettati qualcosa di diverso, per non dire di più. Il film, anche se cerca strade diverse con molti inserti onirici, risulta zeppo di stereotipi, seppur abbastanza divertenti, e non convince quando tenta di farci la morale o di indicarci la strada da percorrere per rimanere orgogliosi di essere italiani. Anche perchè perde troppo tempo per farci vedere la grande storia d’amore.
Occasione persa.
2 commenti:
"Casomai" mi piacque.
Questo non l'ho visto perché non mi ispirava.
A me Fabio Volo sta troppo sulle palle...
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