Medúlla - Bjork
Bjork è avanti. Dopo giorni di riflessione, mi era venuta voglia di “liquidare” così la recensione. Non credo avrei fatto un torto a Medúlla. C’è poco da girarci intorno; l’islandesina fa ciò che le aggrada, e ciò che le aggrada riesce a stupirci ogni volta; è rimasta probabilmente l’unica artista musicale che cambia davvero ad ogni lavoro, e non solo fa grandi dischi, ma traccia anche la strada.
In questo Medúlla lavora per sottrazione, come si usa dire, scarnificando la forma canzone fino al suo osso (o al suo midollo, appunto): la voce. Un minimo di programming, cori, human beats e la sua inconfondibile voce. Ecco fatto: la musica classica del ventunesimo secolo.
Inquietante “Where Is The Line”, celestiale “Vokuró”, irresistibile “Triumph Of A Heart”; bellissimo il resto.
Collaborazioni ad altissimo livello (Mike Patton, Rahzel, Matmos, Robert Wyatt, Tagaq, Dokka, Icelandic Choir, London Choir).
Imprescindibile.
In questo Medúlla lavora per sottrazione, come si usa dire, scarnificando la forma canzone fino al suo osso (o al suo midollo, appunto): la voce. Un minimo di programming, cori, human beats e la sua inconfondibile voce. Ecco fatto: la musica classica del ventunesimo secolo.
Inquietante “Where Is The Line”, celestiale “Vokuró”, irresistibile “Triumph Of A Heart”; bellissimo il resto.
Collaborazioni ad altissimo livello (Mike Patton, Rahzel, Matmos, Robert Wyatt, Tagaq, Dokka, Icelandic Choir, London Choir).
Imprescindibile.
6 commenti:
vedo che, quando fa comodo, Robert Wyatt lo citi pure te eh
; )
Mau
dice è famoso
Mi hai convinta...:-)
Damiano:
Ma Icelandic Choir e London Choir sono fratelli???
sei forte damiano!
Talmente bello da essere - a tratti - inascoltabile.
Leilì la adoro.
Posta un commento