No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100227

le concert


Il concerto - di Radu Mihaileanu 2010



Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Giudizio vernacolare: compagni dai campi e dalle officine...



Russia di oggi, Andrei Filipov fa il custode tuttofare del teatro Bolchoi, ma ai tempi dell'U.R.S.S. era uno tra i più famosi e capaci direttori d'orchestra. La sua passione per la musica non si è mai spenta, e sopravvive insieme all'amata moglie Irina, che fa l'organizzatrice di eventi, in una nazione alla deriva, tra mafiosi arricchiti, corruzione e decadenza. Sottoposto ad angherie psicologiche dal direttore del teatro, si ritrova casualmente nel suo ufficio, senza che lui sia presente, mentre arriva un fax dal teatro Chatelet di Parigi, che invita ad esibirsi presso di loro proprio l'orchestra del Bolchoi per una esibizione in pompa magna.


Il maestro Filipov ha la vendetta servita su un piatto d'argento. 30 anni prima, a causa del fatto che la "sua" orchestra (quella del Bolchoi), era composta per lo più da ebrei, il funzionario Ivan Gavrilov, su ordine di Breznev, lo licenziò platealmente, spezzandogli la bacchetta da direttore durante un'esibizione, e da lì in avanti Andrei diventò un reietto. Inoltre, l'orchestra attuale del Bolchoi non è all'altezza della situazione. Insieme al fido Sacha, violoncellista professionista, ma attualmente conduttore di ambulanze (scassate), e spronato dalla moglie, metterà su un'orchestra, formata da suoi vecchi orchestrali, ma pure da musicisti reclutati per disperazione, e in un modo o in un altro arriverà a Parigi. Non è finita qui. Suoneranno il concerto in re maggiore nr. 35 per violino e orchestra di Tchaikovsky, e sarà necessario un violino solista; la richiesta del maestro è tassativa: vuole la giovane, bella e dotatissima violinista francese Anne-Marie Jacquet. Alla fine, capiremo perchè.


Diavolo d'un rumeno. Senz'altro meno "sconvolgente" dei precedenti Train de vie e Vai e vivrai, anche questo Il concerto è un film interessante, stratificato, divertente e al tempo stesso, soprattutto nel finale, toccante e commovente.

Certamente la prima parte è, oltre che movimentata, confusa e confusionaria. Non si capisce inoltre se il regista giochi con tutta una serie di stereotipi e luoghi comuni, oppure ci "cada". Sono decisamente propenso a credere alla prima ipotesi. Però ci si diverte abbastanza, anche se con un sorriso amaro sulle labbra: la descrizione dell'attuale situazione russa, seppur sommaria, è piuttosto precisa. Dopo di che, il film passa attraverso un momento (abbastanza esteso, a dire il vero) un po' troppo melodrammatico, che però serve per, è proprio il caso di dirlo, il gran finale.

La lunga scena conclusiva è un capolavoro, non ci sono dubbi. Una vorticosa esecuzione del concerto di cui sopra, da parte della sgangherata orchestra, ripresa in maniera virtuosistica, intervallata da flashback e fast forward, sguardi sul passato e sul futuro, siparietti grotteschi, divertenti e teneri, si tirano insomma le fila alla grande, il tutto in un crescendo magistrale, che arriva dritto al cuore.

Attori diretti col cuore in mano, divertentissimi François Berléand (L'innocenza del peccato) e
Lionel Abelanski (Espiazione), molto bravo Aleksei Guskov (Filipov), deliziosa Mélanie Laurent (Anne-Marie Jacquet), vista pochi mesi orsono nel deludente Bastardi senza gloria di Tarantino.

Una ulteriore prova positiva di un regista che dimostra di poter maneggiare qualsiasi cosa e di potersi "muovere" in qualsiasi scenario.


Nota conclusiva: doppiaggio italiano scandaloso, che maschera il fatto che questo film è uno di quelli che andrebbe obbligatoriamente visto sottotitolato. Tutti i personaggi russi parlano come caricature (russe, ovviamente), mentre i francesi parlano un italiano perfetto. Ripeto: scandaloso.

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