Il reportage raccolto da Internazionale sul nr. 829 su come hanno visto dall'estero i disordini di Rosarno.
L’Italia razzista
Le Monde, Francia
Tornato alla vita politica dopo un mese di assenza, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi non ha ritenuto necessario esprimere la sua opinione, l’11 gennaio, sugli scontri di Rosarno e sulle
violenze subite dagli immigrati il 9 e 10 gennaio da parte della polizia e degli abitanti della cittadina calabrese. Questi fatti sottolineano uno dei problemi più gravi che l’Italia condivide con i suoi vicini europei: l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati. Anche se, per il ministro dell’interno Roberto Maroni, le violenze di Rosarno sono solo una questione di ordine pubblico.
Passata in vent’anni da paese di emigrazione a paese d’immigrazione, l’Italia ha affrontato il
problema solo nella prospettiva della repressione, cercando di scoraggiare il viaggio verso la penisola. E in parte ci è riuscita. Il flusso migratorio attraverso il Mediterraneo è stato quasi bloccato dopo la firma di un accordo con la Libia. L’accordo ha permesso all’Italia di rimandare indietro i migranti ancor prima che potessero arrivare sulle coste italiane per far valere un eventuale diritto d’asilo. Resta il problema dei quattro milioni di stranieri e dei circa 600mila clandestini che vivono in Italia senza che si faccia una seria e serena rilessione sulla loro integrazione. L’idea di ridurre da dieci a cinque anni il periodo necessario per ottenere la cittadinanza italiana è stata rifiutata dalla destra, che preferisce invece stabilire una quota
massima del 30 per cento di alunni per classe a partire dal prossimo anno scolastico.
Il principale alleato di Berlusconi, la Lega nord, moltiplica le provocazioni verso i nuovi arrivati
in Italia – in particolare gli africani – senza che nessuno, o quasi, dica nulla. La stampa di destra
chiama i neri “negri” o “Bingo-Bongo”. Questo razzismo tranquillo e accettato ha finito per
corrompere la società italiana, da nord a sud. E l’assenza di una vera condanna da parte del potere ha fatto il resto. Ora le ruspe hanno raso al suolo le baracche dove gli immigrati avevano trovato un rifugio in Calabria, facendo scomparire anche le tracce dei loro abitanti. E con esse l’occasione di una riflessione su una società multietnica e multiculturale.
1 commento:
Ci dobbiamo vergognare...
Lisa
Posta un commento