No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100221

l'uomo lupo


Wolfman - di Joe Johnston 2010

Giudizio sintetico: da evitare (1/5)
Giudizio vernacolare: auuuuuuuuu....ca'ata!!

Inghilterra, seconda metà del 1800. Lawrence Talbot è un attore di teatro piuttosto affermato, che lavora soprattutto negli Stati Uniti. Ha un passato poco felice: la madre è morta quando lui e il fratello erano ancora piccoli (tra l'altro, lui l'ha vista sgozzata, apparentemente suicida), ed ha trascorso alcuni anni in manicomio. Gwen, la fidanzata del fratello, gli scrive per comunicargli che il suo familiare è scomparso da tempo, e non se ne riescono a trovare tracce. Lawrence decide di tornare al paese di origine, Blackmore, e di incontrare di nuovo il padre, Sir John, con il quale non sembra aver mai avuto un buon rapporto. Proprio quando arriva a Blackmore, il corpo del fratello viene ritrovato in un fosso, orrendamente mutilato. Sembra opera di una belva feroce, e non è la prima vittima. Gwen gli chiede di scoprire che cosa è accaduto, e Lawrence le dà la sua parola.

Gli studios di Hollywood devono essere davvero a corto di idee, se è passato questo progetto, tra l'altro voluto fortemente dallo stesso protagonista Benicio Del Toro, che ultimamente sta evidentemente soffrendo di una incalzante megalomania. Wolfman è il remake, pare piuttosto fedele (così dicono gli esperti, quelli che sembrano aver visto l'originale, ma a leggerne la trama pare proprio di no: facciamo che appena lo trovo me lo guardo, così poi vi aggiorno), de L'uomo lupo, di George Waggner del 1941, film che si posizionava in un filone che allora andava molto, il cosiddetto monster movie. Ora, detto delle allucinanti recensioni positive che si leggono in giro, la maggioranza, che fanno venire fortissimi sospetti di concussione con la distribuzione e la casa cinematografica, la prima domanda che mi martellava uscendo dal cinema era: perchè? Perchè ora? E poi: che senso ha? Non è dato sapere.
Andiamo "al grano": il film fa cagare, più o meno. Un "cast stellare", come lo definiscono molte delle recensioni citate prima, quelle entusiastiche, non basta. La storia è esile (infatti, l'originale durava 70 minuti, questo ne dura oltre 100) e il regista è reduce di film essenziali quali Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, Jumanji e Jurassic Park III. Non solo: il regista originariamente doveva essere Mark Romanek, che abbandonò prima di cominciare a girare; sono poi stati fatti diversi nomi, fino a quello, poi confermato, di Johnston. La sceneggiatura è stata rimaneggiata più volte.
Per cui, hai voglia a sperticarti su (come detto prima) cast stellare, effetti speciali bellissimi, il trucco del famosissimo Rick Baker (Un lupo mannaro americano a Londra, Videodrome, Ed Wood, Hellboy), coadiuvato però da un bel po' di computer graphic, la fotografia fumosa, cupa e spettrale, le scenografie decadenti: il film non regge, e denota buchi, ma soprattutto, non "acchiappa" per niente.
Qualche scossone per la scene più truculente e improvvise, un dignitoso Hugo Weaving (il detective Aberline), per il resto fa tristezza vedere Del Toro (Lawrence Talbot) e Hopkins (Sir John) in un film così debole. Per quanto riguarda Emily Blunt (Gwen), sarò clemente e non la giudicherò per questo film e per la sua parte: viste le sue cose del recente passato, non male ma niente di trascendentale, aspetto di vedermi almeno The Young Victoria, magari è migliore, ed essendone la protagonista potrebbe aver dimostrato di che pasta è fatta.

2 commenti:

ndruglio ha detto...

è uno di quei film che solo a vedere il trailer ti vien voglia di non vederlo, quindi non lo vedrò.
da l'idea di essere uno di quei film che andranno su italia1 alle 16.00 del pomeriggio di domenica, quando tutti vedono il campionato e devono riempire il palinsesto

Anonimo ha detto...

Damiano:
il giudizio vernacolo è bellissimo...a quanto sembra meglio il giudizio del film...