Stavo leggendo l'intervista a Philip Roth sul Venerdì di Repubblica. E ad un certo punto, ecco cosa salta fuori, dopo le domande su se era soddisfatto dei suoi romanzi al cinema. Paola Zanuttini, la giornalista, domanda allo scrittore:
Per caso, è insoddisfatto anche da Barack Obama? Da un'intervista a un quotidiano italiano, Libero, risulta che lo trova persino antipatico, oltre che inconcludente e assopito nei meccanismi del potere.
E a quel punto, Roth risponde:
Ma io non ho mai detto una cosa del genere. E' grottesco. Scandaloso. E' tutto il contrario di quello che penso. Considero Obama fantastico. E trovo che l'attacco che gli stanno sferrando i repubblicani è molto simile a quello subito da Roosvelt al suo primo mandato. E' la destra più stupida mobilitata da Sarah Palin. Agitano la bufala dell'atto di nascita che dimostrerebbe che è nato in Kenya. E trovano ascolto. Sotto c'è il problema della razza, della pelle. Sono molto seccato per queste dichiarazioni che mi vengono attribuite: non ho mai parlato con questo Libero. Smentisca tutto. Ora chiamo il mio agente.
Sempre a seguire, nell'intervista:
Chiama il suo agente, che gli filtra tutti i contatti: nell'agenda delle interviste passate e future non risulta né Libero né il nome dell'intervistatore. Roth attacca e poi chiede cosa vuol dire Libero in inglese. Traduco.
A quel punto Roth aggiunge:
Vuol dire che questi sono liberi di fare tutto quello che gli pare?
1 commento:
...LIBERI di dire cazzate.
roth: welcome in italy!
punkow
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