No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100216

berlin 3


Esuli culturali


Da Osoppo a Berlino


di Maksim Cristian


In uno dei suoi spettacoli, il comico Beppe Grillo diceva: “Mio figlio Ciro, dopo aver visto un documentario sullo stato del pianeta, viene e incazzato mi fa: cosa ci avete fatto? Si riferiva al futuro che lasciamo ai nostri figli”. Katia Brollo è una di questi ragazzi con un futuro privo di certezze. Ma lei lo ha capito molto presto e non ha perso tempo. Ha 22 anni, è nata e cresciuta a Osoppo, in provincia di Udine, e studia sociologia in Spagna, all’università di Salamanca. Al momento vive a Berlino grazie a una borsa di studio Erasmus. “Sto seguendo dei corsi all’università Humboldt, su immigrazione, cittadinanza, razzismo ed etnicità”, racconta Katia. “Quest’anno preparerò anche la tesi di laurea facendo un lavoro sull’immigrazione, qui a Berlino”. Katia ha cominciato a pensare di andarsene dall’Italia già all’ultimo anno delle superiori. Dopo il diploma di perito commerciale, racconta, “ho fatto uno stage all’ufficio relazioni internazionali dell’università di Alcalá de Henares, vicino a Madrid. Conoscevo l’ambiente universitario di Padova, Trieste e Udine, e ho cominciato a confrontare le diverse realtà”. Da giovanissima osservava con occhio critico l’ambiente che aveva intorno e sapeva che non sarebbe rimasta a lungo in una regione dove etnocentrismo e ignoranza vanno a braccetto con il benessere economico. “Sono figlia di ex emigranti, semplici impiegati, e sapevo che, per quanto avessi studiato, senza le conoscenze giuste non sarei mai arrivata a realizzarmi dal punto di vista professionale”. È sempre stata interessata alla politica ma non ha mai trovato nessuno che desse
prova di coerenza civica. “La società italiana non faceva che peggiorare e io non potevo oppormi. Ho deciso di correre ai ripari e andarmene, visto che ho ancora molti anni davanti a me”.
Katia non sopporta l’onnipresenza della polizia, della televisione e del razzismo in Italia. Detesta anche il ruolo che la società italiana riserva alle donne. Secondo lei, sono trattate come oggetti sessuali coperti da una maschera di silicone. “Non credo che la politica italiana possa cambiare in fretta, ma spero almeno in un risveglio culturale”.

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da Internazionale nr.830
Qui la seconda "puntata".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

hai!hai!hai!
mia cara katia,ragioni troppo da catto-comunista.
non capisco come si possa essere così pessimisti,e non vedere che il risveglio culturale c'è già stato da un pezzo....e poi non scordiamoci che tra poco ricomincia l'ennessimo programma di approffondimento"l'isola dei famosi",specchio di una società che sogna ad occhi aperti, che dovrebbe essere imposto anche ai bambini in fasce.
insomma ,in italia non si sta poi così male.ricordiamoci che siamo nella seconda repubblica.che la nostra nazione è molto ospitale con gli stranieri(basta guardare l'inter),che il lavoro c'è per tutti,e che finalmente anche la parola giustizia, ha un senso "BREVE",ma vero.
come si fà a dire che nel bel paese non ci sia uguaglianza???
ma non vedi che adesso ci sono anche i velini in versione maschile?che i precari sono di entrambi i sessi,e le donne finalmente possono sentirsi libere e felici.
...e poi abbiamo il mare,gli spaghetti,la pizza,gli gnocchi,la polenta,i cannoli...e se si vuole ancora di più,ci resta sempre un lucano.
w l'italia!!!

punkow

Anonimo ha detto...

Ha tutta la mia stima!
Miki