Subsonica, 7/05/2005, Bologna, Paladozza
Curiosità per la ‘’svolta rock’’ dei Subsonica, meno spazio ai campionatori e alle tastiere, ai ritmi dance, e più spazio alle chitarre, dell’ultimo ‘’Terrestre’’. Vediamo se riescono a tornare sui livelli, anche live, del periodo di ‘’Microchip Emozionale’’. Molta gente fuori, tante ragazze giovani, data esaurita, quindi più di 4000 persone, dicono 4600 per l’esattezza. Anche le altre date pare siano belle piene, e insieme al primo posto in classifica di qualche settimana fa significa che i Sbs hanno svoltato definitivamente, nonostante le polemiche per il passaggio su major e menate varie.
Del resto, i palazzetti sono la fase di passaggio dai club agli stadi, e in Italia, dopo Vasco e Liga, chi può riempire uno stadio qualsiasi? E’ tempo di ricambio generazionale, e c’è incertezza su chi sarà il prossimo.
21,20, si parte. Il palco è da grandi produzioni, ampio e profondo, grandi luci, 5 schermi retrostanti, pedane per bassista e batterista. I cinque arrivano sul palco con delle piccole torce stroboscopiche e si sistemano ai loro posti; un paio di estratti dal cd nuovo, Giorni a perdere la prima, ha davvero un bel tiro live; solite aggiustature di suono, la voce di Samuel diventa più distinguibile e meno distorta. Iniziano a sentirsi anche cose più vecchie, ma l’unica cosa che non si sente è la chitarra : ma non doveva essere protagonista? Casacci, con quell’aria un po’ triste, e lì che piazza pennate, addirittura per Abitudine, come nel video, sfodererà una Gibson doppio manico, ma è sommerso da bassi e tastiere. Mi sento in colpa per lui, ma evidentemente va bene così. Il pubblico balla e si diverte, in tanti conoscono già a memoria i pezzi del nuovo cd. Il concerto è diviso in tre blocchi, dopo il primo Samuel rientra da solo con la chitarra acustica(?) ed esegue Dormi, sempre da ‘’Terrestre’’, poi si riparte con gli altri componenti. Ben accolte le vecchie ma sempre valide Colpo di pistola e Liberi tutti, a ricordare le tematiche forti di diversi testi dei Sbs, particolarissima la medley su Sole silenzioso, legata a War di Bob Marley e a Another Race di Bob Moreno. Atmosfere dub serpeggianti, echi di Depeche Mode su Gasoline, il pezzo in inglese dal disco nuovo, ma globalmente il problema dei Sbs sono i frequenti cali di tensione dei loro pezzi tra l’intro e il ritornello; dal vivo il gap è tangibile, e solo i fanatici non se ne danno conto. Diciamo, quelli che urlano dopo l’esecuzione canora da parte di Samuel su Strade, sicuramente non facile per la sua voce, ma di certo non questa cosa impegnativa! Detto della quasi completa assenza dei suoni di chitarra, se non sull’ottima L’odore, da vecchia anima rock vorrei che Boosta smettesse di pensare di essere sempre ad un rave, e potessi lo cambierei con Casacci, rendendolo chitarrista e mettendo tutta la sua energia al servizio della sei corde. Ninja e Vicio sono strumentisti onesti ma, in fondo, dei gregari, e si adattano al groove che piace alla band, che è comunque, un ibrido elettronico, mai oltranzista, ma sicuramente poco rock. Basta questa serie di riflessioni, per far capire che sicuramente, non sono la persona più adatta a giudicare i Sbs; quantomeno, quelli attuali.
Il terzo blocco è quasi più visivo che uditivo, la fa da padrona lo strumentale Y, dove Samuel, maneggiando un Korg-Kaoss-Pad (almeno mi sono documentato!) modifica immagini di alcuni discorsi di Bush II sulla guerra in Irak al ritmo del pezzo; si chiude con Le serpi dopo due ore piene. Tanta gente contenta, io meno. Questi Subsonica non fanno per me.
Del resto, i palazzetti sono la fase di passaggio dai club agli stadi, e in Italia, dopo Vasco e Liga, chi può riempire uno stadio qualsiasi? E’ tempo di ricambio generazionale, e c’è incertezza su chi sarà il prossimo.
21,20, si parte. Il palco è da grandi produzioni, ampio e profondo, grandi luci, 5 schermi retrostanti, pedane per bassista e batterista. I cinque arrivano sul palco con delle piccole torce stroboscopiche e si sistemano ai loro posti; un paio di estratti dal cd nuovo, Giorni a perdere la prima, ha davvero un bel tiro live; solite aggiustature di suono, la voce di Samuel diventa più distinguibile e meno distorta. Iniziano a sentirsi anche cose più vecchie, ma l’unica cosa che non si sente è la chitarra : ma non doveva essere protagonista? Casacci, con quell’aria un po’ triste, e lì che piazza pennate, addirittura per Abitudine, come nel video, sfodererà una Gibson doppio manico, ma è sommerso da bassi e tastiere. Mi sento in colpa per lui, ma evidentemente va bene così. Il pubblico balla e si diverte, in tanti conoscono già a memoria i pezzi del nuovo cd. Il concerto è diviso in tre blocchi, dopo il primo Samuel rientra da solo con la chitarra acustica(?) ed esegue Dormi, sempre da ‘’Terrestre’’, poi si riparte con gli altri componenti. Ben accolte le vecchie ma sempre valide Colpo di pistola e Liberi tutti, a ricordare le tematiche forti di diversi testi dei Sbs, particolarissima la medley su Sole silenzioso, legata a War di Bob Marley e a Another Race di Bob Moreno. Atmosfere dub serpeggianti, echi di Depeche Mode su Gasoline, il pezzo in inglese dal disco nuovo, ma globalmente il problema dei Sbs sono i frequenti cali di tensione dei loro pezzi tra l’intro e il ritornello; dal vivo il gap è tangibile, e solo i fanatici non se ne danno conto. Diciamo, quelli che urlano dopo l’esecuzione canora da parte di Samuel su Strade, sicuramente non facile per la sua voce, ma di certo non questa cosa impegnativa! Detto della quasi completa assenza dei suoni di chitarra, se non sull’ottima L’odore, da vecchia anima rock vorrei che Boosta smettesse di pensare di essere sempre ad un rave, e potessi lo cambierei con Casacci, rendendolo chitarrista e mettendo tutta la sua energia al servizio della sei corde. Ninja e Vicio sono strumentisti onesti ma, in fondo, dei gregari, e si adattano al groove che piace alla band, che è comunque, un ibrido elettronico, mai oltranzista, ma sicuramente poco rock. Basta questa serie di riflessioni, per far capire che sicuramente, non sono la persona più adatta a giudicare i Sbs; quantomeno, quelli attuali.
Il terzo blocco è quasi più visivo che uditivo, la fa da padrona lo strumentale Y, dove Samuel, maneggiando un Korg-Kaoss-Pad (almeno mi sono documentato!) modifica immagini di alcuni discorsi di Bush II sulla guerra in Irak al ritmo del pezzo; si chiude con Le serpi dopo due ore piene. Tanta gente contenta, io meno. Questi Subsonica non fanno per me.
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