No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100418

occhi di diamante


Diamond Eyes - Deftones (2010)

Nonostante conosca i Deftones abbastanza bene, l'accostamento, magari sbagliato, che mi salta all'orecchio ascoltando e riascoltando questo nuovo disco, è quello con i Korn. A molti potrà sembrare molto strano, ad altri non tanto. Le cose stanno più o meno così: la band di Sacramento pian piano, un passo alla volta, senza successo colossale (e quindi anche senza il tonfo sonoro del "dopo"), è divenuta quello che i Korn, forse, volevano essere, sono arrivati dove loro volevano arrivare. E cioè, a scrivere canzoni belle, dalle melodie avvolgenti e perfino fischiettabili, con strofe per così dire "di avvicinamento" durissime, definite da riff incredibilmente duri e potenti.
Il nuovo Diamond Eyes è tutto questo, e in alcuni passaggi l'assonanza con i Korn è talmente grande da poterli scambiare, ma oggi giorno i Korn non sono più in grado di scrivere un album massiccio e compatto come questo. I Deftones di Chino Moreno invece si, senza aver mai avuto grandi cadute di stile, se così si possono chiamare.
L'album dà l'impressione di essere un lungo rifferama durissimo intervallato da tutta una serie di aperture melodiche impressionanti e profondamente belle. Il lavoro chitarristico di Stephen Carpenter è realmente impressionante, la sezione ritmica, nonostante la temporanea sostituzione di Chi Cheng da parte di Sergio Vega, rocciosa, le tastiere si colgono appena; la voce di Chino, al solito, si divide tra le parti scream e quelle melodiche, sempre brillantemente.
Difficile segnalare preferenze, ma se Sextape è un po' la ballad di questo album molto duro, la potenza di Royal è a tratti difficile da sostenere.
Grande disco.

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