Laurel Canyon - di Lisa Cholodenko 2004
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: un bordello a ollivudde
Sam e Alex, coppia fin troppo seria di medici giovani e belli, si trasferisce a Hollywood per la specializzazione in neuropsichiatria di Sam, mentre Alex lavora alla sua seconda laurea. Dovrebbero andare a vivere nella villa di Jane, la madre di Sam, produttrice discografica, ex hippie, che continua a vivere in maniera molto "giovane"; ma, causa ritardi nella lavorazione dell'ultimo disco che sta producendo, ed essendo lo studio di registrazione in casa, lei e la band che sta incidendo è ancora lì; il leader della band, Ian, è anche l'attuale fidanzato di Jane.
Mettiamo sul piatto che Jane è bisessuale e che al primo giorno nella nuova clinica Sam incontra Sara, anche lei specializzanda e molto interessante e interessata a Sam, e il gioco è fatto.
Si innesca una specie di gioco al massacro dei legami, anche abbastanza prevedibile, ma in fin dei conti divertente, guardandolo da fuori; gli attori sono tutti giusti per le parti, e in fondo il film risulta godibile, anche se altalenante e piuttosto indeciso su quale strada prendere (moralismo o liberismo sessual-sentimentale?), con alcune scene che spiccano per intensità e realismo (su tutte il dialogo in macchina tra Sam e Sara).
Un film leggero che affronta un argomento pesante.
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