No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100430

eliocentrici


Elio E Le Storie Tese, 16 marzo 2010, Rosignano Solvay (LI), Teatro Solvay

Anche il paesello, nel suo piccolo, a volte stupisce. Ecco gli Elii in concerto, sul palco che ha visto scorrere molto teatro nazionale (e, a volte, anche internazionale), ma pure manifestazioni insulse, riunioni sindacali, e perfino spettacolini spinti, nel corso degli anni. Riflessione amara, il teatro adesso è in vendita, e chissà chi sarà interessato a comprarlo. Potrei continuare, ma toglierei spazio ad una band che ha fatto la storia della musica italiana negli ultimi anni. Pensate, la formazione risale al 1980, e il primo disco, Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, è del 1989.
Il tempo, a volte, è se non ingrato, maligno. Il tempo ci ha abituato a dare per scontato questo gruppo di fenomeni, che riesce a suonare di tutto, e contemporaneamente a far divertire da matti, con un'ironia a tratti surreale, ma mai stupida, proprio mai. Anzi.

Gli EELST si presentano a Rosignano in formazione tipo, Elio, Faso, Cesareo, Rocco, Meyer, Jantoman, con ovviamente la presenza di Mangoni ed il supporto di Paola Folli come corista (alla quale si perdona pure una clamorosa stecca su Plafone, perchè Antonella Ruggiero, believe it or not, è unica). Il tema conduttore della serata, lo stesso in tutto il tour a supporto della raccolta Gattini, è quello della crisi. Non quella economica, bensì quella che occorre ad ogni grande band che si rispetti. Elio quindi introduce l'argomento dicendo che loro, accorgendosi di non averla mai avuta, sono entrati in crisi (e sono andati in India, ecco perchè sono vestiti un po' da hippies), e si sono resi conto che è solo grazie a Mangoni che hanno tirato avanti tutti questi anni, per cui Mangoni è chiamato a fare tutto quel che gli pare. Ecco che ogni intermezzo termina con Mangoni che suggerisce "fate quella che fa..." senza farsi capire, e via con un altro pezzo. Impagabili, sciorinano oltre due ore di musica ormai storica, e non starò certo qui a citarvi i loro pezzi. Sappiate solo che, oltre ad esecuzioni corali pressoché perfette, verso la fine escono e rientrano in versione acustica per una medley percussioni, corde e fiati, come sulla spiaggia, lunga oltre un quarto d'ora, di ulteriori loro pezzi insieme a Don't Stop 'Til You Get Enough (con tanto di Mangoni travestito da Michael Jackson che fa il moonwalking).
Citazioni a non finire, molte delle quali chissà colte da quanti, premiazioni per il campione di melodica a tubo corrugato per Rocco, con tanto di esibizione a latere con elicotterino radiocomandato danzante sulle sue note, battute e controbattute, e un pubblico da tutto esaurito totalmente coinvolto ma, lasciatemelo dire, non si capisce mai se davvero conscio di quanto stia accadendo. Ho visto persone ridere quando si supponeva non dovessero, solo perchè si intuisce che gli EELST "fanno ridere". Gli Elii tra l'altro, secondo me sono talmente intelligenti che sanno benissimo che una loro fetta di pubblico piuttosto grande, non li comprende fino in fondo, e si divertono ugualmente.
La loro forza, oltre quella per la quale anche "a filo gas" rilasciano una prova super come in questa occasione, è anche questa.
E noi, forse, non ci rendiamo conto che fortuna abbiamo, in Italia, ad "avere" una band del genere.
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