Sunshine Cleaning - di Christine Jeffs 2010
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: la vita è fatta di 'ose semprici
Rose e Norah Lorkowski sono due sorelle thirty-something diversissime tra di loro, ma ugualmente irrisolte e, peggio ancora, sono loro per prime che hanno la sensazione di non aver risolto niente in vita loro. Rose pratica in solitudine l'autoconvincimento, mentre Norah finge di fregarsene di tutto.
Entrambe, in tenera età, hanno visto il corpo senza vita della madre, suicidatasi nella vasca da bagno tagliandosi le vene, e sono state cresciute dal padre Joe, che adesso è un pensionato che tenta di sbarcare il lunario inventandosi affari fantasiosi ma spesso impraticabili. Rose fa la donna delle pulizie, mentre a scuola era la capo-cheerleader, e il quarterback, Mac, della squadra di football ha sposato un'altra, mettendoci su famiglia; adesso fa il poliziotto, si vede di nascosto con Rose, che chissà cosa spera da lui, con l'aggravante che Rose è pure madre di Oscar, otto anni, qualche problema d'adattamento a scuola, forse figlio proprio di Mac.
Norah vive ancora col padre, e non riesce a tenersi un lavoro, neppure da cameriera.
Frustrata dal ritrovarsi davanti una vecchia compagna di scuola, sposata e con una casa grande dieci volte la sua, proprio mentre la sta pulendo, Rose decide di dare ascolto a Mac, che le suggerisce di buttarsi nel campo delle pulizie di scene del crimine: tolti gli eventuali corpi, rimangono i fluidi corporali da pulire, e si fanno i soldi, perchè non è propriamente il lavoro che tutti sognano. Coinvolge anche Norah, mettendo su appunto la Sunshine Cleaning, e le cose cominciano a girare bene per le due sorelline. Finchè, galeotto l'incontro con l'ex compagna di scuola che l'aveva invitata al suo baby-shower....
Ve lo dico subito: mi è piaciuto questo "piccolo" film indipendente, che in Italia esce due anni dopo la presentazione al Sundance. Che, intendiamoci, non è un capolavoro e nemmeno una pietra miliare, ma un film delicato, dall'inconfondibile tocco femminile (della regista ma anche delle due protagoniste), che senza drammatizzare troppo, e senza neppure ricercare spasmodicamente l'happy end, diverte, commuove, e fa lievemente riflettere sul senso della vita e pure su quello della morte. Scritto dalla debuttante Megan Holley, il film ha davvero in tocco vellutato, ma senza fare sconti: si apre con un tizio che entra in un negozio di armi con una cartuccia in tasca, si finge interessato ad un fucile, il gestore glielo fa imbracciare e poi va verso un altro cliente, il tizio si gira, infila la cartuccia nell'arma, si punta la canna al mento e si spara. Per dire. Eppure, la storia va avanti alla ricerca di un futuro migliore, e alla fine ci si accorge che la felicità è dietro l'angolo: basta darsi una mano l'un l'altro. Sarà che più vedo sullo schermo Amy Adams (Rose), più me ne innamoro, sarà che (non solo) per la presenza di Alan Arkin (Joe Lorkowski) Sunshine (altro indizio) Cleaning mi ha ricordato vagamente Little Miss Sunshine, sarà per la scelta di caratteristi giovani ma sempre convincenti (Steve Zahn - Mac -, Mary Lynn Rajskub - Lynn -, Clifton Collins Jr. - Winston -, quest'ultimo in una parte molto molto bella), sarà che avendo visto Wolfman dopo The Young Victoria aspettavo una parte che riabilitasse ai miei occhi Emily Blunt, qui più che convincente, fatto sta che, per una serata senza impegno, vi consiglio questo Sunshine Cleaning, non fosse altro che per ricordarvi che la vita, alla fine, è bella. Ed è inutile inseguire quello che gli altri vorrebbero da noi: dobbiamo cercare quello che vogliamo noi.
Del resto, la salvezza si cela dietro l'angolo.
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