Senza gli orsi - di Silvia Ballestra
Senza stare ad indagare sulle stranezze editoriali (la scrittrice all'epoca aveva pubblicato il suo libro precedente un anno prima, e questa è una raccolta di racconti, neppure nuovissimi: l'industria editoriale sempre più come quella discografica?), andiamo dritti a parlare di questa raccolta di racconti brevi, molto distanti nel tempo (dall'89 al 2002), dove tra l'altro ritroviamo anche il mitico Antò Lu Purk, e altri personaggi che comunque, conoscendo la bibliografia della Ballestra, ci suonano familiari.
Lo stile della marchigiana lo conosciamo, e quello che colpisce è che, da una parte è cresciuta stilisticamente, oltre ad essere riuscita a scrivere cose più intense a livello emozionale, anche se meno punk, dall'altra resta il fatto, come del resto dimostrano i dialoghi de Il compagno di mezzanotte, che è sempre capace di farci divertire anche con i dialetti e la scrittura ruspante. Qui, in breve, abbiamo una visione di quello che può e sa fare; tutti gli episodi, anche piuttosto diversi tra loro, sono intriganti, ed alcuni addirittura spassosi (Posso fa' la recita de Califano? è imperdibile).
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