No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080311

gods of metal


Maestoso è probabilmente l'aggettivo più appropriato per questo disco, il secondo dei texani (from Austin) The Sword. Vi avevo parlato un paio di anni fa del loro debutto Age of Winters, che colpì l'attenzione di molti amanti del metallo pesante old style. Questo nuovo lavoro segna un ulteriore passo verso l'affermazione, sicuramente nel cuore di quelli che ancora oggi rimpiangono i Black Sabbath, e la cosa non va certamente intepretata come un'offesa o un difetto. Le composizioni sono più complesse, il suono è pompatissimo, le chitarre taglienti, gli assoli giusti e misurati; a parte la già citata influenza sabbathiana, fortissima, c'è una spruzzata di prog, qualcosa degli Iron Maiden, l'epicità dei primi Manowar virata in chiave doom. I riff sono sentiti (difficile per tutti inventarne di nuovi), ma molto belli. Sorprende la veloce e tesa How Heavy This Axe, che apre il disco subito dopo l'intro inizialmente arpeggiata (ma poi si "elettrifica") The Sundering, ma anche Fire Lances the Ancient Hyperzephyrians corre veloce. Iper-sabbathiana To Take the Black (nemmeno a farlo apposta), accattivante Maiden, Mother and Crone; ma tutti i pezzi sono belli e avvolgenti. Testi ispirati alla mitologia nordica.

Consigliato strettamente ai metallari, ai quali darà belle vibre e piacevoli sensazioni di dèjà-vu, anche se, paradossalmente, i The Sword sono una bella realtà del metal attuale.


The Sword - Gods of the Earth

1 commento:

Anonimo ha detto...

buon heavy metal.
al primo ascolto direi che mi ricordono di più i black sabbath di ozzy osbourne....sono ancora indietro di due anni,perchè sto ancora ascoltando il loro primo album.vedremo se il secondo vale come il primo.

punkow