Rootz - Africa Unite (2010)
Niente di veramente nuovo, sotto il sole giamaicano di Torino, solo un disco reggae con una buona dose di dub (addirittura perfino di dub-poetry, in alcuni brani), cantato in italiano (non solo), ma con liriche attentissime all'attualità, piene di buon senso e di appartenenza socio-politica. C'è perfino un distinguo, quello fatto col testo dell'iniziale Così sia, che si schiera contro l'omofobia, piaga che purtroppo ha contrassegnato il carattere di alcuni esponenti di spicco del reggae mondiale.
Il ritmo è come sempre contagioso, il titolo fa capire esplicitamente che la tendenza è quella di tornare verso gli esordi, le collaborazioni valide e interessanti, seppur praticamente tutte dello stesso genere, o giù di lì: Jacopo dei Mellow Mood su Sensi, Mama Marjas (tarantina, bella voce e soprattutto una "ritmica" davvero impressionante, da tenere d'occhio) su The Lady (uno ska da far invidia ai "cugini" Bluebeaters), Alborosie su Reality, Piero e Roddy dei Franziska su Here & Now.
Niente di veramente nuovo dicevo, ma con questo groove e questi ritmi è difficile definire la musica degli Africa Unite qualcosa di vecchio.
Nessun commento:
Posta un commento