No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100402

una cosa curiosa


A Curious Thing - Amy Macdonald (2010)

Secondo disco per la scozzese, che ancora non sono riuscito a decifrare: un completo bluff, oppure un'artista abbastanza dotata, sia vocalmente che musicalmente? Beh, il disco non è poi così male, in fondo, a patto che non ci si aspetti del rock, o qualcosa di profondamente personale e intenso.
La voce, probabilmente la conoscete, visto il successo del primo album, con tutta una serie di fortunati singoli (quasi impossibile non aver sentito, anche solo per sbaglio, This Is The Life). Wikipedia fa correttamente accostamenti con Dolores O'Riordan, Sinead O'Connor e perfino Alison Moyet: siamo d'accordo (azzarderei perfino qualcosa di Shakira). Quel che manca, cosa alla quale facevo velato riferimento prima, è la personalità. Infatti, il tutto risulta piacevole, ma si dimentica anche piuttosto in fretta. A parte alcune doverose eccezioni, come il singolone d'apertura Don't Tell Me That It's Over, gran "gancio", dove però mette lo zampino niente meno che Paul Weller (sul retro del singolo c'è perfino una cover di Town Called Malice dei Jam, che sinceramente non voglio neppure giudicare - il disco intero è registrato nei BlackBarn Studios dello stesso Weller).
La musica è quel rock diciamo sfumato, inoffensivo, fatto di chitarre acustiche a volte roboanti, a volte arpeggiate, batterie secche e anche incalzanti, ma con largo uso di archi e arrangiamenti pomposi, cose così.
Certo, a lungo andare, tutto il resto si insinua nell'ascoltatore, e alla fine lo si lascia scorrere, perchè in fondo non è propriamente da buttare. Ma la qualità vera sta da un'altra parte, ed anche le raffinatezze dei suoi ispiratori di sempre, i Travis.

1 commento:

tu sa(m)i chi ha detto...

"E chi cazz'è? Quella dei fast food? Ma sei a vedere Cremonini? Ma vaffanculo va!" (cit.)