No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101118

the kids are all right


I ragazzi stanno bene - di Lisa Cholodenko (2010)

Giudizio sintetico: da vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: popo' d'attrighio

Los Angeles, Jules e Nic sono una coppia lesbica felicemente convivente da circa 20 anni. Nic è dottore, impiego fisso, mentre Jules ha il pollice verde ma un po' perchè evidentemente ha le idee meno chiare, un po' perchè c'era la sicurezza dell'impiego di Nic, ha meno successo nel lavoro: sta tentando di mettere in piedi una piccola impresa di architettura di spazi verdi, e la prima discussione che vediamo in ordine cronologico è sul fatto che, per cominciare, abbia comprato un pick-up, prima di avere dei clienti.
Jules e Nic hanno due figli, splendidi. La maggiore, Joni, ha 18 anni ed è in procinto di andare al college, avendo terminato la high school col massimo dei voti. Laser, il minore, ha 15 anni, non gli piace molto la scuola ma non è meno capace, ed ha un amico, Clay, skater e perditempo, che soprattutto Nic non vede di buon occhio. Ognuna delle due ha concepito uno dei due figli, con sperma preso da una banca del seme, dello stesso donatore.
E' una famiglia come tante. Alti e bassi, discussioni, litigi, preoccupazioni, difficoltà nel gestire l'adolescenza dei figli da una parte, e la ripetitività di un rapporto di coppia dall'altra.
A sconvolgere il tutto, l'insistenza, da parte di Laser, di conoscere il proprio padre biologico. Laser, per le leggi e per la politica statunitense, non può, avendo 15 anni, e si affida alla sorella maggiore Joni, che dopo qualche riluttanza, accetta. La banca del seme li mette in contatto, e i due ragazzi, all'insaputa delle madri, organizzano l'incontro. Il loro padre biologico è Paul, un thirty-something che ha una piccola azienda di coltivazioni bio, con annesso ristorante chic finto povero. Non ha una relazione fissa, ma ha una scopamica nella collaboratrice (al ristorante) Tanya, che diventa addirittura gelosa quando vede che un'altra collaboratrice (alle coltivazioni), Brooke, prova a flirtare con Paul. E' un tipo che all'apparenza è superficiale, abbastanza pieno di sé, ama le moto ed il buon vivere, senza troppe complicazioni intellettuali. Rimane spiazzato dalla richiesta di Joni e Laser, ma li incontra di buon grado, e tutti e tre decidono di continuare a vedersi.

Della Cholodenko ricordavo con interesse il suo Laurel Canyon di qualche anno fa, e devo dire che dopo i primi rumors su questo suo nuovo lavoro, una spruzzata di trama e qualche cenno sugli attori, ho cercato di vederlo assolutamente appena possibile, visto che, nonostante il clamore della sua presentazione alla Festa del Cinema di Roma, con annessa polemica da parte di Julianne Moore sull'omofobia del nostro attuale Primo Ministro, o magari proprio per quello, non esiste ancora una data di distribuzione italiana.
Si riconoscono in The Kids Are All Right tutti i temi che interessano la regista losangelina: sessualità in ogni sua sfumatura, problematiche dell'approccio liberal (nell'accezione statunitense) all'educazione dei figli, amore per la sua città, riflessioni sul tradimento, e perchè no, grande amore per la musica (che si evince fin dal titolo, naturalmente).
Senza troppi intellettualismi, e con un cast eccellente diretto in maniera impeccabile, il film è godibile e diretto al punto. Per niente didascalico, invita delicatamente alla riflessione, ed ha l'enorme pregio di affrontare la famiglia gay con assoluta naturalezza.
Già detto del cast, come spesso mi piace fare, vorrei puntare l'attenzione su un paio di punti "alternativi" ai soliti giudizi sulla Moore o sulla Bening, ottime e sempre belle in maniere differenti, o alla puntualità di Ruffalo, sempre attento e camaleontico all'occorrenza. La bellezza mozzafiato di Yaya DaCosta (Tanya), e la certezza che questo film avvicinerà alla consacrazione una stella: Mia Wasikowska, australiana di 21 anni appena, che molti ricorderanno per Alice In Wonderland, e che i più attenti avranno amato nella prima stagione di In Treatment nella parte (anche lì, stupenda) di Sophie. Anche in questo film è spontanea, semplice, bella e fragile. Straordinaria.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma dove l'hai visto?
Miki

jumbolo ha detto...

diciamo...in rete

Anonimo ha detto...

mandami una mail con qlc indicazione...