No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110330

everybody's fine


Stanno tutti bene - di Giuseppe Tornatore (1990)

Giudizio sintetico: da vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: chi semina raccollie?

Matteo Scuro è un pensionato siciliano, che ha lavorato una vita nell'amministrazione pubblica. Ha avuto cinque figli, e tutti sono andati a lavorare e a vivere fuori dalla Sicilia. Difficilmente scendono a trovarlo, per cui un bel giorno decide di andare lui, e fare loro una sorpresa. Inizia un viaggio attraverso un'Italia ben diversa da quella siciliana, e scoprirà molte cose. Anche su se stesso. Tornando a casa, riferirà alla moglie adorata.

Film che segue Nuovo Cinema Paradiso, che fu premiato con l'Oscar come miglior pellicola di lingua non inglese, anche Stanno tutti bene mostra un Tornatore, supportato nella sceneggiatura da Tonino Guerra e Massimo De Rita, in gran forma. Espediente narrativo intelligente, per un on the road tutto italiano, esplicativo e profetico, che mostra le enormi differenze tra nord e sud (che non sono certo cambiate), la tendenza tutta italiana a nascondere le magagne sotto il tappeto, ed a considerare la famiglia come qualcosa di intoccabile, insieme ad una profonda ipocrisia; non mancano riferimenti alla politica e all'immigrazione.
Profondamente felliniano in molti passaggi, aiutato a trovare l'epicità dalla musica di Ennio Morricone, che appare anche in un cameo, ha naturalmente in Mastroianni il mattatore assoluto, che seppur nascosto dietro ad occhiali spessi come il classico "culo di bottiglia", non viene meno alla sua fama, e disegna una figura da ricordare. Un po' goffe quasi tutte le altre prove attoriali, purtroppo; anche se nel confronto con un mostro sacro, spesso si perde, sarebbe stato lecito attendersi qualcosa di più. L'apparizione di Leo Gullotta non conta.
Un altro appunto, stavolta direttamente al regista. La scena della rapina nella metro di Roma, è una della cose più inguardabili mai viste al cinema. Sembra poco, ma qui si denota tutta la pochezza del cinema italiano nelle scene dove ci sia un minimo di movimento.
Per fortuna, tra le nuove generazioni, c'è chi sta provando a metterci una pezza. Del resto, c'è sempre da imparare. Anche per i mostri sacri.

1 commento:

Filo ha detto...

Mastroianni in questo film è commovente. Sia come recitazione, che proprio come personaggio.