No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110311

la Magliana


Fatti della banda della Magliana – di Daniele Costantini (2005)


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Giudizio vernacolare: ao numme rompercazzo!

La Banda della Magliana imperversò in Italia e soprattutto a Roma tra la fine dei ’70 e l’inizio dei ’90. Divenne famosa per una sorta di gerarchia inesistente tra i suoi componenti e fondatori, e per le loro vere, o presunte, commistioni politiche. In questo film, si immaginano i componenti davanti ad un giudice per raccontare la loro storia; tutti i componenti principali, sia quelli ancora in vita che quelli morti (ammazzati, chiaramente).

Tratto da un testo teatrale dello stesso regista (Chiacchiere e sangue), il film è interessante sia per la storia che racconta, visto che in “Romanzo criminale” (sia il libro che il film) si prendono anche strade di supposizione, sia per come è nato. E’ infatti interamente girato a Rebibbia, e utilizza, insieme ad alcuni attori professionisti (Gullotta, Pannofino, Brunetti, Grossi e Dominedò), diversi detenuti. La macchina da presa è praticamente fissa, gli esterni rari, gli ambienti claustrofobici, le prove degli attori buone. In effetti i due problemi del film sono i seguenti: primo, il romanesco stretto di tutti gli attori. Per i non romani, alla lunga, il tutto risulta pesante; secondo, le “testimonianze” che quasi sempre finiscono in rissa verbale. All’inizio fanno sorridere, dopo un po’ non se ne può più. E’ probabile che il regista le abbia inserite insistentemente per farci rendere conto di come sono ed erano veramente i componenti della banda, ma il tutto finisce per appesantire molto la pellicola, che nasce con intenzioni, come detto prima, molto interessanti.

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