Hors-la-loi - di Rachid Bouchareb (2010)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Giudizio vernacolare: firmone
La storia di una famiglia berbera algerina, attraverso il 1900, ci racconta la storia dell'indipendenza dell'Algeria come nazione, a dispetto del dominio francese. Nello specifico, è la storia dei tre fratelli, Said, Messaoud e Abdelkader, che comincia ancora prima della Seconda Guerra Mondiale (nel 1925), quando alla loro famiglia viene sottratta la terra che gli dà da vivere, e che apparteneva alla famiglia stessa da generazioni, in seguito ci mostra gli accadimenti del massacro di Sétif e Guelma, e conseguentemente, l'emigrazione di massa in Francia (non solo di questa famiglia, ma di moltissimi algerini), l'organizzazione del FLN (Front de Libération Nationale), fino all'ottenimento dell'indipendenza, avvenuto nel 1962.
Bouchareb, francese di origine algerina, reso mediamente famoso dal suo precedente London River, ma attivo da tempo, realizza con questo Hors-la-loi (traslazione dell'equivalente arabo, termine col quale si autodefinivano gli indipendentisti algerini, durante la guerra d'indipendenza svoltasi, appunto, tra il 1954 ed il 1962) la seconda parte di una trilogia iniziata col precedente Indigènes (da noi uscito direttamente in dvd col titolo internazionale di Days Of Glory), e che nelle intenzioni del regista stesso dovrebbe terminare con il prossimo film, che affronterà il tema di 50 anni di immigrazione. Entrando meritatamente nella cinquina per l'Oscar al miglior film in lingua non inglese (senza vincere, come ormai saprete), spero che riesca a guadagnarsi l'attenzione almeno degli appassionati, perché questo film è ottimo.
Respiro da colossal vero, a tratti western, cronologia essenziale per far capire l'evolversi della storia, splendida fotografia, con qualche vezzo (sui titoli di testa si gioca con il bianco e nero ed il colore), ricostruzioni storiche degli ambienti mirabili, telecamera fluida che accompagna lo spettatore nel cuore di ogni evento, e un terzetto di attori protagonisti micidiale.
Jamel Debbouze (Said), fisico che si ricorda, era ne Il favoloso mondo di Amélie, e perfino in Lei mi odia di Spike Lee. Roschdy Zem (Messaoud), faccia indimenticabile, filmografia sterminata, lo avevamo visto in 36 Quai des Orfèvres e nel bellissimo Vai e vivrai, ed era il macellaio in London River. Sami Bouajila (Abdelkader), la versione africana di Denzel Washington (e l'unico, in questo film, a recitare senza menomazioni), era nel debutto di Abdellatif Kechiche, Tutta colpa di Voltaire, addirittura in una particina in Artemisia - Passione estrema, ed era l'Imam in London River.
Nonostante la durata, oltre due ore, il film è vibrante, intenso, crudo (non risparmia nulla, ed ha acceso, in Francia, forti polemiche), non fa sconti né al FLN, tantomeno ai francesi, e mi ha fatto pensare ad un moderno La battaglia di Algeri, che più o meno, parlava degli stessi argomenti; certo è che Bouchareb, al contrario di Pontecorvo, punta sull'epopea, ma non eroizza nessuno, come detto prima, e ci mostra un'interessantissimo spaccato storico.
Ottimo sia nelle scene di dialogo che in quelle d'azione, grande nella direzione dell'intero cast, merita senza dubbio di essere visto. Titolo internazionale Outside The Law, al momento non si ha notizia di un'acquisizione da parte di distributori italiani, e quindi di una data di uscita nel nostro Paese.
1 commento:
visto oggi.
mi ha ricordato l'altrettanto bello "un prophete". in realtà non ci azzeccano molto tra loro, ma entrambi nominati all'oscar, film francesi dal taglio moderno e dal respiro classico, grosse produzioni che puntano la macchina da presa sul nordafrica e sulla sua presenza in territorio francese.
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