No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110319

sir


Sherlock - di Mark Gatiss & Steven Moffatt - Stagione 1 (3 episodi; BBC) - 2010

Mi accorgo che spesso sono troppo fissato con i prodotti statunitensi, almeno per la televisione, ma che quando mi capita di vedere qualcosa che arriva dalla perfida Albione, soprattutto da quella sorta di mito che è la BBC, sono costretto ad ammettere che anche loro ci sanno fare.
Questa mini-serie, 3 episodi da 90 minuti, andata in onda l'estate scorsa in UK, e terminata da poco in Italia grazie a Joi, e che avrà un seguito, identico come formato (altri tre episodi da un'ora e mezzo), nel tardo 2011, è una bella visione.
Naturalmente molto british, trasporta, con alcuni dovuti e simpatici aggiustamenti, i personaggi nati dalla penna di Arthur Conan Doyle, ai giorni nostri, sullo sfondo di una Londra più che contemporanea. Sherlock Holmes è vagamente asperger, teorizza la scienza della deduzione, ma si avvale di qualsiasi strumento tecnologico esistente (cellulari con ogni tipo di funzione). Efebico (ma con una voce caldissima e profonda, motivo per cui, come al solito, caldeggio la visione originale), elegante senza essere dandy, disinteressato alle donne, effettivamente claudicante su alcuni punti di cultura generale, ha un'intelligenza superiore e non manca di farlo notare agli altri, naturalmente precludendosi amicizie strette.
Il Dottor John Watson ne diventa suo degno pard, flemmatico ma assolutamente non sprovveduto, è un reduce dall'Afghanistan: è, infatti, un medico militare. Per superare lo stress post traumatico, viene invitato ad aprire un blog, cosa che farà puntualmente (il blog esiste davvero, date un'occhiata), raccontando le sue avventure insieme a Sherlock.

I creatori sono esperti sceneggiatori, soprattutto per la televisione, anche se devo dire che la riuscita degli episodi è leggermente altalenante (ho preferito il primo, A Study in Pink, scritto da Moffatt, rispetto agli altri due, ed il più debole mi è parso il secondo, The Blind Banker, scritto da Stephen Thompson; il terzo, The Great Game, scritto da Gatiss, mi è parso buono, ma forse più adatto ad essere usato con più episodi di minor durata); le regie sono ultra-moderne, con diverse trovate interessanti e di grande resa, la fotografia molto suggestiva, grigia come si addice ad una descrizione londinese, ma molto definita, insomma di grande qualità, con un uso delle ombre gustoso. I due attori, in special modo Benedict Cumberbatch nei panni di Sherlock, fenomenali, veramente. Naturalmente, proprio per i caratteri, Martin Freeman (Watson) risalta meno, ma vi assicuro che entrambi sono portentosi.
Per un'altra opinione, altamente qualificata direi, potete leggervi questa recensione.

2 commenti:

CheFineHaiFatto ha detto...

Ho fatto anch'io una recensioncina un mesetto fa, rimanendo letteralmente folgorata da questo Sherlock.
Se penso che la Rai dovrebbe essere il corrispettivo della BBC, in quanto tv pubblica, mi vengono i lucciconi agli occhi! :S
I programmi di punta di RaiUno sono Don Matteo e Tutti pazzi per amore... direi che ho detto tutto. :(
Ho visto che hai linkato il blog del dottore, ma hanno fatto mooolto di pù:
esiste anche il sito del buon Sherlock (http://www.thescienceofdeduction.co.uk/) e anche il blog della povera Molly (http://www.mollyhooper.co.uk/) l'assistente alla morgue perdutamente innamorata di lui e poi usata da Moriarty per arrivare a Holmes...lo hanno reso magistralmente con un rosa confetto di fondo e fiori e gattini da perfetta romantica zitellina inglese. :D
Mi hanno stupita anche per la cura di questi particolari, è incredibile!! Esiste anche il sito della conduttrice tv che muore nel terzo episodio.
Hai ragione, va visto in lingua originale, anche perché alla traduzione ci perde perché hanno fatto parecchi pasticci... Come si può tradurre nel terzo episodio la frase presente anche in "Uno scandalo in Boemia", "I'd be lost without my blogger!" con "che farei senza il mio blogger?", quando la frase è una citazione che si riferisce al primo vero biografo moderno inglese tale James Boswell che scrisse la biografia di Sameìule Johnson? La frase nel libro è esattamente "I'd be lost without my Boswell" (sarei perduto senza il mio Boswell e nell'originale hanno fatto il gioco di parole con blogger, ma cambiarne il senso significa vanificare tutto e si capisce perfettamente che chi ha tradotto la serie, i libri di Doyle non li ha proprio mai letti) e la dice Holmes a Watson ed è diventato anche un modo di dire inglese...
Inoltre la voce di Benedict Cumberbatch è davvero stupenda, profonda e possente e anche se il doppiatore è bravo, non si avvicina nemmeno lontanamente alla sua.
Non vedo l'ora che arrivino i prossimi tre episodi (a novembre in UK pare), sono davvero curiosa di sapere come toglieranno d'impaccio i nostri eroi alle prese con un pazzo e una bomba pronta ad esplodere...
Anch'io ho letto la recensione di close to me su Serialmnete e la trovo perfetta.
ciao e alla prossima ;)

jumbolo ha detto...

Ciao! Concordo con te, sono un crociato della sottotitolazione (lo sarei della lingua originale se conoscessi bene tutte le lingue del mondo). Non sapevo degli altri blog, grazie della segnalazione e della descrizione, in effetti al giorno d'oggi il marketing virale è necessario.
Grazie del commento. Ciao!