No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110323

vicini


Closer – di Mike Nichols (2004)


Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)

Giudizio vernacolare: scozzo a chi rincorna di più


Dan vive a Londra, scrive necrologi, è uno scrittore fallito; incontra per caso Alice, spogliarellista appena arrivata da New York dopo aver rotto col fidanzato. Si innamorano. Dopo un periodo di convivenza, Dan conosce Anna, fotografa, se ne invaghisce ma lei gli resiste; decide di giocarle uno scherzo di pessimo gusto, vittima anche uno sconosciuto, Larry, dermatologo, “conosciuto” in una chat, ma lo scherzo non riesce: Larry e Anna si piacciono e si sposano. La tresca tra Dan e Anna inizia più tardi, e scatena un putiferio tra i quattro, innescando una serie quasi infinita di complicazioni sentimentali.


Contemporaneamente all’arrivo sugli schermi tv di “Angels In America”, Nichols si cimenta con una trasposizione di una piéce teatrale (Patrick Marber, lo sceneggiatore, è l’autore della commedia) dal sapore pinteriano, forse meno caustica ma più vicina alla realtà, sboccata e triviale, proprio come siamo noi. Sostenuto da quattro attori in stato di grazia (Portman, Roberts, Law ed Owen; quest’ultimo a teatro recitava la parte di Law, e ci viene il sospetto che avrebbe potuto fare tutte le parti), il film è decisamente una spanna sopra tutti gli altri prodotti natalizi; una sorta di accusa di falsità e debolezza verso tutto il genere umano “evoluto”, nel campo sentimentale. Sinceramente, non mi pare sbagli di molto. Manca forse di intensità, ma a pensarci bene non pare un difetto; rimanendo tutto sommato leggero, rende l’idea della frivolezza con la quale si affrontano sentimenti che, al contrario, andrebbero presi molto più seriamente.

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