No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110325

seven stones


Sette pietre per tenere il diavolo a bada - Cesare Basile (2011)

Vagamente inquietante, sospeso tra un Vinicio Capossela (e quindi, di rimando, Tom Waits) meno giullaresco, un Fabrizio De André più astratto e un Paolo Benvegnù mefistofelico, congiungendo il blues più sporco con il folk virato in chiave siciliana (ma con un respiro comunque ampio), Basile, con quella faccia un po' così, e (quasi) senza accento siciliano (si nota appena quando pronuncia il suono gl), scandendo alla perfezione storie appunto astratte ma sempre velate da qualcosa di maligno, mette fuori il suo settimo disco (in studio) da solista (ma sempre ben accompagnato).
Fuori da qualsiasi schema, si permette perfino un pezzo completamente orchestrale, Elon Lan Ler, meraviglioso tra l'altro, registrato nientemeno che a Skopje insieme all'orchestra della radio nazionale macedone, una roba che complicherebbe immediatamente qualsiasi tentativo di etichettatura. Metteteci un paio di pezzi in siciliano (il primo non completamente), E Alavò e La Sicilia havi un patruni (traditional siciliano di Ignazio Buttitta e Rosa Balistreri), ed ecco pronto un disco al tempo stesso anti-commerciale, ma denso di interesse.
La cosa bella è che (scusate il giochino) le cose belle non finiscono qui. Se siete curiosi, il titolo e l'autore ce lo avete...se avete un minimo di sensibilità umana e musicale, di certo non rimarrete delusi.

1 commento:

iacopo ha detto...

mi sono innamorato di questo disco...