Wilderness Heart - Black Mountain (2010)
Non chiedetemi perchè, i Black Mountain mi hanno colpito con il loro terzo disco, anche se non è detto sia il loro migliore. Ennesimo combo canadese (da Vancouver), più solari dei Black Sabbath (e pure dei Led Zep, ai quali ovviamente si ispirano fin dal nome), tra le influenze più ovvie, e più pesanti degli (delle?) Heart, ai quali rassomigliano dannatamente nell'opener The Hair Song, e comunque diffusamente grazie alla voce di Amber Webber, la cui voce è ad ogni modo più rock di quella di entrambe le sorelle Wilson, ci deliziano con un hard rock super-classico e chiaramente ispirato ai seventies, usando spesso la doppia voce maschile/femminile, quindi oltre a quella di Amber anche quella di Stephen McBean, anche chitarrista. Stephen che, così come nei dischi precedenti, affonda le mani nei riff dell'immarcescibile Tony Iommi, corroborati dalle tastiere old-fashion di Jeremy Schmidt.
Sempre in bilico tra folk vagamente psichedelico, cosa che li ha fatto accostare da molti ai Jefferson Airplane (un po' esagerando), e, appunto, rifferama sabbathiano, il disco zigzaga tra le influenze, ma lascia un buon sapore.
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