Hunger - di Steve McQueen (2008)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: firme inniorante
1981, carcere di Long Kesh, Irlanda del Nord. Nella parte del carcere chiamata Maze, negli H-Blocks, dove sono detenuti parecchi militanti dell'I.R.A., stanno andando in scena varie proteste, mentre i secondini sono impegnati a reprimere tutte queste proteste piuttosto energicamente dentro, e a guardarsi le spalle fuori dal carcere.
Dopo la blanket protest, per la quale i detenuti si rifiutavano di indossare le divise carcerarie e quindi stavano con addosso solo una coperta, la dirty protest, per cui spalmavano i propri escrementi sui muri delle celle e versavano l'orina sotto le porte, verso il corridoio, visto che quando andavano al bagno i secondini li massacravano di botte, e dopo il primo sciopero della fame, interrotto dai partecipanti prima della fine del 1980, ma che non aveva portato nessuna variazione nel loro status (erano considerati criminali comuni, e il governo Thatcher puntava proprio su questo per fiaccare l'intero movimento), Bobby Sands, Officer Commanding dei prigionieri I.R.A. a Long Kesh, decide di iniziare un secondo sciopero della fame, e stavolta di portarlo fino alle estreme conclusioni. A differenza del primo, in questo secondo Hunger Strike i partecipanti si sarebbero rifiutati di assumere cibo non tutti assieme, bensì a distanza di una o due settimane, proprio in modo da morire scaglionati nel tempo, e tenendo alta l'attenzione mediatica sulla loro protesta.
Già raccontandovi di cosa parla il film (che fa un riassunto, omettendo solamente il primo sciopero della fame), potete capire che ci troviamo di fronte ad una pellicola potenzialmente di grandissimo impatto. Dei fatti si occupò anni fa (1996) Una scelta d'amore, di Terry George, film dignitoso e toccante, ma questo Hunger del debuttante McQueen, che suscitò interesse nel 2008 a Cannes, vincendo la Golden Camera, e che in Italia passò esclusivamente al Torino Film Festival, è decisamente un pugno nello stomaco per lo spettatore.
Inizia con una sorta di manovra di accerchiamento, cominciando col seguire uno dei secondini, poi spostandosi su un nuovo arrivato dell'I.R.A., prima di arrivare al vero protagonista, uno
straordinario Michael Fassbender (visto proprio di recente in Fish Tank) nei panni di Bobby
Sands, aiutato da una fotografia tendente ai toni scuri, McQueen dà vita ad un lavoro davvero emozionante, che davvero non comprendiamo per quale motivo sia stato ignorato completamente dalla distribuzione italiana. Lo costruisce puntando la camera su particolari apparentemente insignificanti, ci proietta dentro l'atmosfera tesissima che si respirava all'epoca
e in quelle circostanze, usa pochissimi dialoghi nella prima parte, fa parlare le immagini, le facce degli attori e i politici alla radio, non ci risparmia nessun tipo di violenza, per arrivare al climax del film, il dialogo notturno tra Sands e padre Dominic Moran, momento sublime, in cui si discute l'eticità dello sciopero della fame che Sands ha appena annunciato. Dopo di che, i dialoghi tornano ad essere pressoché inutili, e si assiste al deperimento di Sands, e pure di questo non viene risparmiato niente.
Un film davvero bello, emotivamente coinvolgente, girato con notevole attenzione alle inquadrature, sorprendente per un debuttante. Come già detto, mai uscito in Italia.
2 commenti:
Grazie, davvero molto interessante. Mi sfugge un particolare, però: esiste solo in lingua originale?
Ufficialmente esiste il dvd con sottotitoli inglesi. Ufficiosamente chiedi a Samu. :))
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