No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101030

sotto terra


Buried - Sepolto - di Rodrigo Cortés (2010)


Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)

Giudizio vernacolare: o un faceva prima se s'ammazzava?


Paul Conroy fa l'autista in Iraq, il contractor, come si dice in gergo per quelli che lavorano nelle zone di guerra non essendo militari. Il film comincia, e Paul è chiuso dentro una cassa di legno, sotto terra. Con lui, un accendino zippo, un cellulare (che non è il suo), una matita, una fiaschetta con qualcosa di alcolico da bere, un coltellino. Cos'è accaduto? Chi lo ha sepolto vivo?


Secondo film per lo spagnolo Cortés, primo conosciuto a livello mondiale, dopo il debutto Concursante, Buried era sicuramente una sfida: 90 minuti con un solo attore, confinato nello spazio di una cassa di legno, probabilmente sarebbero stati molto difficili anche per Hitchcock, maestro al quale lo spagnolo è stato (piuttosto incautamente e parecchio avventatamente) avvicinato, e al quale dice di ispirarsi da sempre. Direi che la sfida finisce in pareggio, perchè Buried non è né un capolavoro, ma non è neppure un brutto film. La cosa brutta è che è un film innocuo, non dico insignificante perchè capisco che è un aggettivo molto offensivo, e per spingere a livello pubblicitario questo film si capisce che è stato speso molto, quindi glielo risparmio.

Il primo errore, a mio giudizio, sta nella scelta dell'unico attore. Ryan Reynolds sicuramente rilascia la sua migliore prova di sempre, ma non riesce a diventare un tutt'uno con lo spettatore. Non c'è empatia, non c'è sofferenza, non c'è immedesimazione, cose fondamentali, basilari, per una storia come questa. Se non c'è tutto ciò, il film risulta inutile. Il secondo, sempre secondo chi vi scrive, è che la sceneggiatura stessa è rimasta in dubbio davanti ad un bivio. Si poteva scegliere di scendere nel particolare, nella vita privata precedente del protagonista, ed andare così verso il rischio di una deriva emozional-melodrammatica, oppure cercare di caratterizzare politicamente il tutto, denunciando il (vero?) rischio che corrono anche i civili nelle zone di guerra (tralasciando il fatto che, esclusi quelli che vivono a Pitcairn, e forse nemmeno loro, lo sanno benissimo tutti), e sputtanando l'US Army che di tragedie come queste ne avrà conosciute a bizzeffe, ma insieme ai media embedded si sono guardati bene dal rendere note.

Invece si sceglie una via di mezzo che lascia tutte le porte aperte, ma non le approfondisce. Ne rimane solo una spalancata: la possibilità di farne una parodia di pochi secondi per uno spot di un modello di cellulare, o di una compagnia telefonica.

Il protagonista vero del film è infatti il cellulare che, questo si, si capisce davvero poco, il o i rapitori di Paul gli lasciano in dotazione, tra l'altro pure bello carico e (sepolto) in una zona con un segnale piuttosto buono. Tra l'altro, mi sovviene in questo momento: ecco un motivo per cui Hitchcock sarebbe stato in difficoltà per girare una storia come questa.

Molti recensori hanno lodato il finale. Io trovo che qualsiasi altro finale avrebbe immediatamente trasformato un film così così in una stronzata di dimensioni epocali. Per cui, andiamoci piano a dare meriti.

Direi, in fondo, che per questo film la frase fatta "un'occasione mancata" calza a pennello.

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