No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101019

un centesimo luccicante


Penny Sparkle - Blonde Redhead (2010)


Punto di arrivo di una metamorfosi, o punto di partenza di una mutazione, Penny Sparkle, ottavo disco del terzetto giappo-italo-canado-statunitense, pone i Blonde Redhead nella cerchia di band evocative dalle atmosfere oniriche e quasi liquide. Il primo nome che viene in mente, ascoltando questo disco, è quello degli indimenticabili Cocteau Twins, fatte le dovute differenze, in quanto Kazu Makino non è certo Liz Fraser, ma, intendiamoci, non se la cava affatto male con queste atmosfere praticamente dream-pop. Siamo da quelle parti, e altre assonanze che assalgono l'ascoltatore, scorrendo il disco che scivola via mai prepotente, ma ugualmente affascinante, sono Sigur Rós (diffusamente), Bjork (la title-track) e addirittura i Japan (in apertura di Oslo).

La parte centrale contiene le tracce che paiono meglio riuscite (My Plants Are Dead su tutte). Suoni rarefatti, elettronica minimale e tastiere avvolgenti come nebbia. Dai Sonic Youth ai Cocteau Twins il passo è lungo, ma interessante.

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