Machete - di Robert Rodriguez (2010)
Giudizio sintetico: da vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: popo' di figura mascete dé
Machete Cortez è un ex agente federale messicano, incastrato dall'apparato corrotto che gli ha sterminato la famiglia. Vive in Texas, vicino al confine con l'amato Messico, da clandestino e di espedienti. Uomo di poche parole, non dà confidenza a nessuno e non lascia che nessuno riesca a scalfire la sua patina da duro. Neppure la dolce ma scafata Luz, che gestisce un chiosco di nachos e burritos proprio vicino al luogo dove i caporali reclutano i clandestini, riesce ad entrarci in confidenza. Finché un losco individuo ben introdotto nei corridoi della politica statunitense, Michael Booth, a conoscenza del suo passato, lo ingaggia, o almeno così pare, per far fuori il senatore John McLaughlin, un razzista della peggior destra repubblicana, in combutta perfino con Von Jackson, il boss di una sorta di forza para-militare che sorveglia la frontiera e non si formalizza sui metodi, piuttosto sbrigativi. Ovviamente, è tutta una manovra pre-ordinata, e dietro a tutto ciò, c'è Rogelio Torrez, uno dei più potenti narcos messicani. Al momento di sparare a McLaughlin, qualcuno gli spara prima, solo ferendolo. Ma Machete viene riconosciuto come l'attentatore, e braccato dalle forze dell'ordine. Sulle sue tracce, anche Sartana Rivera, un'avvenente agente dell'immigrazione statunitense, di chiare origini messicane, che è tanto ligia al dovere, quanto al suo innato senso di giustizia sociale. E non è ancora tutto...
Rodriguez, che molti considerano allievo di Tarantino, ma che in effetti non è altro che un amico col quale condivide molte passioni ed influenze, si consacra con questo film (se ce ne fosse ancora stato bisogno), che nasce da, ricorderete, uno dei molti falsi trailer presenti nell'operazione Grindhouse, e supera l'amico come "forma" e rendimento, almeno in questi ultimi anni. Il film è scoppiettante, ritmatissimo, adrenalinico, non si prende mai troppo sul serio ma, al tempo stesso, lancia, anzi continua con una apprezzabile e condivisibile forte e coerente critica sociale; come sempre, omaggia un certo tipo di cinema, quello di Sergio Leone su tutti, rivelandosi alla fine come una specie di western moderno, virato per sembrare retrò, inzuppato in salsa horror-splatter-trash. Niente di più divertente e spassoso, per gli appassionati di cinema a 360 gradi, e soprattutto, qualcosa che finalmente ci ricorda il folgorante debutto El Mariachi, uno di quei film che gli appassionati (come si ritiene il sottoscritto) si andavano a cercare percorrendo chilometri, ed uscivano dalla sala orgogliosi dell'impresa, anni fa.
Non ultimo nella lista di pregi di Machete, quello di dare finalmente giusta importanza alla grandezza di un eterno caratterista dalla faccia indimenticabile e dalla bravura solenne, Danny Trejo, assolutamente perfetto. Tutto intorno, un cast d'eccezione perfino in un imbolsito Steven Seagal (e io che pensavo che Travolta fosse grasso) nei panni di Torrez, e con un De Niro (McLaughlin) che finalmente mette la sua vena comica al servizio di qualcosa di decente, per non parlare degli altri. Tocco femminil-erotico usato con sfacciataggine pruriginosa, che culmina in una scena finale al limite del feticismo trash (ma non solo, vedi anche la Lohan tra-vestita da suora), con Lindsay Lohan, Michelle Rodriguez e Jessica Alba.
Divertimento assicurato, e onore a Rodriguez. Bud Spencer e Terence Hill due punto zero e oltre.
1 commento:
Damiano:
popò di figura de...vietato ai minori di anni 17...
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