Swanlights - Antony & The Johnsons (2010)
Se qualcuno vi domandasse che tipo di musica suona e canta Antony, cosa gli rispondereste? Effettivamente, una domanda che potrebbe mettere in difficoltà credo chiunque. Probabilmente, la musica per Antony è solo un mezzo per estrinsecare il suo io, quello che ha dentro, e possiamo immaginare sia qualcosa di molto tenero, indifeso, sensibile e delicato.
Dal punto di vista emozionale, quello che possiamo desumere dall'ascolto ripetuto di questo suo quarto disco è una parziale pacificazione del suo essere, molto meno tormentato rispetto agli inizi. Si percepisce un maggior controllo, appunto, delle emozioni, al servizio di un mezzo, quello musicale sottolineato poc'anzi. Meno trasporto, forse meno commozione, ma al tempo stesso una continua ricerca del bello, inteso nel senso stretto di un'estetica artistico-musicale.
Dal punto di vista musicale, un sempre più intenso distacco dalla forma-canzone intesa in senso standard. Se vi ci soffermerete, ne noterete sempre meno, infatti. Ognuno, ogni artista, ogni band, segue il suo personale percorso, ed è giusto così, è un po' il suo bello.
E' probabile che come capita sempre, ogni persona che si pone all'ascolto possa riconoscersi e sentire empatia con questo o quel pezzo di Swanlights. Ma è impossibile rimanere impassibili dinanzi a cotanta grazia, che paradossalmente viene incanalata in musica da una persona che, chi l'ha visto almeno una volta dal vivo ne converrà, è, contrariamente all'analisi che ne facevo prima, piuttosto sgraziato. Come non sentirsi trasportati in un'altra dimensione all'ascolto di pezzi come The Great White Ocean, l'eterea title-track, la quasi allegra Thank You For Your Love, anticipata sul singolo uscito qualche settimana fa, con vaghi echi Motown, l'ennesimo duetto con Bjork su Fletta, dove Antony sussurra addirittura in islandese, la splendida Salt Silver Oxygen, dove l'aggettivo sinfonico assume un significato concreto, eccetera, mi fermo qui perchè è giusto che lo scopriate da soli, questo disco, e perchè ho già detto troppo.
Con Antony e i The Johnsons siamo oltre.
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