Colpo di fulmine: il mago della truffa - di Glenn Ficarra e John Requa (2010)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: sconcrusionato
Texas. Steven Russell è un cittadino modello, almeno all'apparenza. Felicemente sposato con prole, poliziotto locale, sempre sorridente e cordiale. Un incidente d'auto gli dà la spinta per cambiare radicalmente la sua vita, fare coming out (è gay da sempre), lasciare amichevolmente moglie e figlia, trasferirsi in Florida e cercare di vivere alla grande. Ma per vivere alla grande ci vogliono tanti tanti soldi. Steven è creativo, molto creativo. E sa vendersi bene. Comincia una serie sempre più complessa di truffe, che lo portano in carcere. Lì conosce Philip Morris, gay pure lui, ma caratterialmente il suo opposto. Gli opposti si attraggono, e così è. Ma per Steven, anche una volta fuori e felicemente accompagnato con Philip, la truffa è una sorta di droga.
Debutto alla regia di questa coppia originariamente di sceneggiatori, apprezzati per il lavoro fatto con Babbo bastardo. Film coloratissimo, pieno di colpi di scena, fondamentalmente confusionario, mette in luce buone potenzialità e, al tempo stesso, la necessità di un maggiore controllo, di focalizzare meglio gli obiettivi dei quali i due sono alla ricerca. E' inoltre, uno di quei film che soffre la presenza di un Jim Carrey (Steven Russell) sopra le righe, anche lui difficilmente controllabile, che quasi sempre riesce a deviare l'attenzione dello spettatore rispetto a quello che il film cerca di dire.
Nonostante ciò, il film ha avuto dei grossi problemi di distribuzione anche negli USA, tanto è vero che, a quanto risulta da imdb.com, pur essendo stato presentato al Sundance del gennaio 2009, la data di uscita statunitense è fissata al 3 dicembre 2010; in Italia è stato distribuito in aprile del 2010, e davvero non si capisce il motivo, anche se si parla di omosessualità per tutto il film, ma non certo in maniera troppo scurrile. Anzi, l'impressione che ho avuto è che la si presenti in maniera un po' troppo macchiettistica, non proprio lusinghiera. A distanza di mesi, inoltre, sono ancora qui a chiedermi se l'accenno all'AIDS presente nel film non sia quasi offensivo. Di certo, fa pensare, il fatto che sia così semplice (almeno, così pare vedendo il film), falsificare analisi in modo da risultare affetto da questa malattia. E' forse in questa parte che si notano delle velleità di comicità politically incorrect alla fratelli Farrelly; non proprio riuscita, direi.
Molte critiche sottolineano quanto sia bravo Ewan McGregor a recitare la checca gentile (Philip Morris); non mi trovo d'accordo, tanto è vero che la parte mi ricorda molto quella che lo stesso McGregor ne L'uomo nell'ombra, e lì il suo personaggio è etero. Meglio i personaggi secondari interpretati da Leslie Mann (Debbie, la moglie di Steven) e Rodrigo Santoro (Jimmy Kemple, il primo fidanzato di Steven).
In definitiva, di certo non un film fondamentale. Orrenda la traduzione italiana del titolo.
1 commento:
"Ma allora non mi ami!"
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