Primo Amore - di Matteo Garrone 2004
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Giudizio vernacolare: boia, fa sta' male
Agghiacciante, se dovessi descriverlo con un solo aggettivo.
Garrone conferma la sua attenzione per le storie "disturbate", e ne esce un film intenso, personale, terribile. Eccezionale inoltre, il contrasto tra la "spontaneità"delle recitazioni e dei dialoghi (vi sfido a trovare un film che sembri meno film di questo; vi sembrerà di assistere a dialoghi e avvenimenti quotidiani, con le sovrapposizioni e gli accavallamenti delle voci le une sulle altre, i silenzi imbarazzati a seconda delle situazioni), e la poesia ruvida di alcune bellissime inquadrature (l'apice nella scena del recupero dell'oro dopo il raschiamento delle pareti dell'ex laboratorio orafo del protagonista; bella anche la suggestiva sequenza sui titoli di testa con la voce off del protagonista).
La storia, tratta dal libro (a sua volta ispirato ad una storia realmente accaduta) "Il cacciatore di anoressiche" di Carlo Mariolini, ci racconta la caduta in un baratro di una coppia; un uomo e una donna si incontrano in un appuntamento al buio, nasce una storia che man mano si fa più intensa; lui, in fissa con le donne magre, con una pressione psicologica crescente, la porta al limite della bulimia, lei, accecata dall'amore, si priva di una vita propria.
Girato a Vicenza e dintorni, il protagonista, Vittorio, è interpretato dallo scrittore Vitaliano Trevisan (anche co-sceneggiatore), la protagonista, Sonia, è l'attrice di teatro Michela Cescon, che ha perso realmente 15 chili per il film.
Per palati forti.
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